di Stefania Romito
La vita è un ricordare assenze che diventano immanenti presenze disperse nel vento della nostra memoria. Esistenziali essenze che più non sono e che sempre saranno.
Le note di un vecchio violino intonano istanti di magica malinconia. Suoni, profumi, oggetti, tutto parla di lei, assenza costante nel tempo del reale. La casa trasuda emozioni di una vita in tutto ciò di cui ne è parte. Respirarne l’aria è un rimembrare ricordi che colpiscono l’anima in un sanguinamento di lacrime di amarezza. Echi lontani smarriscono memorie dissolte nella nebbia trasportate da sospiri di speranza nell’esistenza ultraterrena dove tutto è e sempre sarà. Consistenze metafisiche narrano momenti di un passato che mai sarà, scolpito nella presenza costante di un tempo fissato nel ricordo della memoria.
“La tua mancanza vive nelle mie mancanze… Sei perché ovunque ti trovo e ti trovo perché ci sei”. Versi che trasmettono l’incomparabile senso di vuoto generato dalla non presenza di chi è sempre stato e più non è. La struggente consapevolezza di un uomo che vive l’incolmabile mancanza di colei che l’ha generato e di cui farà sempre parte, un’appartenenza che non può essere annullata neppure dalla inesorabile atrocità della morte. Un legame che vive oltre la realtà fisica e metafisica in cui le lontananze si annullano in una distanza scandita soltanto da battiti d’amore.
Come colombi volano nel vento del nulla tra ombre di orizzonti, destinati ad incontrarsi nell’oltre del sempre dove non vi sono limiti, argini, confini. Rocce, terra, cielo suggellano sentimenti custoditi nei cuori di foglie trafitte da venti di epoche. La sua voce, la voce di lei è e resterà sempre in lui. Lui e lei uniti in una eternità senza tempo né spazio. “Siamo ciò che le madri sono, una profezia e assenza che ha la vita della memoria. Il resto è vacanza di tempo e nostalgia”.
Noi innesti di madri germogliamo una nostra intrinseca esistenza al bagliore della loro luce e viviamo la profezia della luna nel riflesso della loro trascendenza.
Le madri vivono nel sogno delle nostre vite.
I brani recitati nel video sono tratti dal libro in versi
“ALLE SOGLIE DELLA PROFEZIA” di Pierfranco Bruni
(edito da Pellegrini Editore – Collana Zaffiri)
Video realizzato da OPHELIA’S FRIENDS CULTURAL PROJECT
Regia di Stefania Romito
Alle soglie della profezia di Pierfranco Bruni, edito da Pellegrini Editore, segna il cammino esistenziale di un uomo che ha ritrovato se stesso nella presenza delle assenze. Assenze che divengono essenze costanti nella straordinarietà di un vissuto in cui ogni palpito di vita si trasforma in un momento di intensa sublimità.
Il ricordo di un tempo passato che diviene presente perenne e persistente in una realtà che vive nel e del sogno. Ed è proprio in questa dimensione, in cui la visione onirica incontra la metafisica, che germogliano le parole che abitano questo toccante libro di memorie in cui ogni frase rimanda all’esclusività di una quotidianità, irrimediabilmente trascorsa e perduta nell’eterno del tempo. Sospiri nostalgici respirano ogni singola pagina inframmezzando ricordi ravvicinati nella distanza.
Privilegiate confidenzialità, intrinseche complicità, sottintese amorevolezze, esclusive premurosità. Un mosaico di sentimenti formidabilmente profondi nella loro intensità, compendio e quintessenza di un rapporto immanente e totalizzante. Gli implacabili confini del tempo nulla possono contro l’invincibilità di quel sentimento esclusivo che lega la madre al proprio figlio e il figlio alla propria madre. “Io venivo col pensiero a trovarti ogni giorno quando più cupa e fredda mi doleva la vita per riscaldarmi al calore dell’amore tuo che mi rifaceva ogni volta bambino”. Riflessioni pirandelliane che vivono in Pierfranco Bruni come echi di memorie nel tracciare sentieri tra i cammini di una giovinezza che conducono a quella età adulta che si nutre di gocce di passato, nel vacuo tentativo di rivivere la magia del caldo abbraccio materno, rassicurante, protettore e indefinibilmente eterno.