Carissimi amici di Ophelia, oggi ho il grande onore di presentarvi una donna davvero straordinaria che sono orgogliosa di avere nel nostro gruppo: Chiara Pelossi 🙂
Ciao Chiara, sono davvero fiera di poterti presentare al gruppo “Ophelia’s friends”! Tu hai raggiunto la notorietà nel 2012 con la pubblicazione di un romanzo umoristico dal titolo “Di pancia, di cuore… da ridere” che ha venduto moltissime copie.
E’ stato talmente grande il successo che l’anno successivo hai replicato con il numero due. Questa fase piuttosto fortunata della tua vita è stata, però, preceduta da un periodo alquanto buio e difficile; non è così?
Grazie di cuore per la possibilità di essere ospitata nel gruppo “Ophelia’s friend”! Questo periodo letterario fortunato è stato preceduto dalla nascita della nostra secondogenita Anna, che è venuta al mondo affetta da una rara malformazione all’esofago. Dopo due anni di ospedalizzazioni e ben 70 interventi chirurgici, tre mesi di coma e oltre 250 ore di sala operatoria Anna è riuscita a iniziare la sua vita mentre io, purtroppo, sono finita in un limbo nel quale la depressione controllava ogni momento della mia vita. (nb: la storia di Anna è diventata un libro “Cento lacrime mille sorrisi” edito Sperling & Kupfer). Grazie alla scrittura sono riuscita a risalire la china, a ritrovare me stessa e il mio centro di gravità.
Quanto questa tua esperienza di vita è stata determinante per indurti a scrivere?
Mi svegliavo ogni notte in preda agli attacchi di panico, che mi lasciavano senz’aria ansimante alla finestra a fissare il cielo. Durante uno di questi momenti ho capito che solo prendendo in mano la mia vita sarei riuscita a liberarmene. Ho iniziato così a guardare film divertenti, a leggere libri comici e a contornarmi di nuove brillanti amicizie. Una di quelle notti “no”, ho deciso che avrei iniziato a scrivere un libro divertente per me stessa. Ci ho preso gusto, il personaggio è diventato il mio alter ego e da allora non ho più smesso.
Hai dichiarato di aver voluto dare, con questi due libri frizzanti e divertenti, un segnale positivo a tutti coloro che vivono, o che hanno vissuto, un’esperienza simile alla tua. Tra l’altro, hai anche deciso di devolvere parte del ricavato in beneficenza. Ti va di parlarci di questo?
Quando mia figlia era ammalata ho ricevuto tanto affetto e aiuto dalle persone che vivono nella mia regione e dai miei famigliari. I miei libri, positivi e allegri, hanno aiutato tante persone a non prendersi troppo sul serio e a relativizzare i problemi quotidiani. I feedback ai libri sono stati entusiastici e mi hanno tanto lusingata! Una buona parte del ricavato dei miei libri é devoluto in beneficenza ad associazioni che si occupano di bambini ammalati.
Nel 2014 accade un qualcosa di inaspettato. A un certo punto vieni contattata dalla Sperling & Kupfer e ti viene proposto di scrivere una storia vera, drammatica, ma al tempo stesso contraddistinta dal tuo originale umorismo. Ci vuoi raccontare com’è andata?
Quando ho ricevuto la e-mail di Sperling ero emozionatissima, ho dovuto leggerla almeno tre volte prima di credere che fosse vera! Sperling era interessata alla storia di Anna e al mio modo frizzante e scanzonato di scrivere. Unendo questi due ingredienti siamo riusciti a pubblicare la storia di Anna scritta in chiave ironica e divertente.
Ed è così che è nato “Cento lacrime e mille sorrisi”
un bellissimo romanzo in cui racconti l’esperienza della tua famiglia alle prese con la malattia della piccola Anna. Un libro autobiografico nel quale l’allegria, il buon umore, la positività, rivestono un ruolo fondamentale. È esatto?
Esatto, questo libro racchiude in sé tanta forza e positività! Una lettura che consiglio a tutti (sono solo un pochetto di parte 🙂 ) Grazie a questo volume ho potuto aiutare tante famiglie nella nostra stessa situazione.
E ora veniamo al tuo ultimo romanzo “La felicità mi aspetta”, pubblicato anche questo con Sperling & Kupfer. La protagonista della storia è Agata, una giovane donna che viene improvvisamente lasciata dal marito e, che a seguito di questo evento, sprofonda in uno stato depressivo iniziando a vivere solo di ricordi. Soltanto la realizzazione di un nuovo progetto lavorativo riuscirà ad alleviarle in parte la sofferenza. Ti va di approfondire questo aspetto?
Credo fermamente che “fare” sia la soluzione a tanti problemi del giorno d’oggi, avere troppo tempo per pensare non aiuta a liberarsi dallo stress, ma tende purtroppo a ingigantirlo. Il lavoro è per Agata una sorta di scappatoia dalla vita sociale, che rifugge con cura appena può. I colleghi inoltre l’aiutano a non lasciarsi andare al vittimismo che in lei è piuttosto presente all’inizio del volume.
Improvvisamente, però, proprio quando Agata crederà di aver raggiunto una sorta di equilibrio dovuto alla nuova attività lavorativa, accade un fatto che le sconvolgerà l’intera esistenza. Ce ne vuoi parlare cercando, naturalmente, di non svelare troppo della trama?
Una partenza alla quale sarà costretta l’aiuterà a fare un viaggio sia fisico che metaforico alla riscoperta dell’amore e di se stessi.
Anche questo romanzo è contraddistinto dal tuo inconfondibile umorismo che raggiunge l’apice nella rappresentazione di alcuni personaggi come zia Florinda e un signore ottantenne che si spaccia per essere un grande filosofo. Che funzionalità hanno questi personaggi, piuttosto buffi e stravaganti, nell’intera vicenda?
Zia Flo è un personaggio che mi sono portata dal precedente volume, il pubblico l’ha tanto amato da chiedermelo espressamente! Lei è una pasticciona molto impicciona. Il nonno ottantenne, invece, è un romantico sognatore che insegna ad Agata che la vita va vissuta e non sbirciata dal buco di una serratura. Questi due personaggi mi hanno permesso di attribuire un tocco simpatico al libro e al contempo di inserire precetti che mi sono molto cari quali “vivi ora” e “ogni giorno è un dono”.
Per i tuoi prossimi lavori, credi di voler proseguire su questo filone oppure prevedi di sperimentare altri generi letterari?
Mi piacerebbe tanto cimentarmi in un giallo, il mio problema è che avendo una mente per niente macchinosa sarà un giallo alla “Topolino” 🙂
Chiara è una di quelle persone che raramente s’incontrano sul proprio cammino. La capacità di trasformare la forza distruttiva del dolore in energia positiva è una dote che hanno in pochi. Chiara ci è sicuramente riuscita e lo ha fatto nella maniera più brillante possibile, dotando la sofferenza di una nuova connotazione: quella dell’ironia 🙂
(Questa pubblicazione è di proprietà del Blog, ne è vietata ogni riproduzione senza l’autorizzazione del titolare. Se sei interessato a programmare un’intervista personalizzata scrivi a: romisghostwriter@gmail.com. Diventa anche tu follower del Blog!)