di STEFANIA ROMITO
Ciao Antonio, tu sei uno scrittore di romanzi fantasy e hai scelto come pseudonimo il nome di Anthony Cristel con il quale hai firmato la tua prima produzione letteraria, la saga da titolo “La corona di sangue”. Una saga in cui emerge la tua grande passione per il fantasy e per il mondo medievale. Come e quando nascono queste grandi passioni unite all’amore per la scrittura?
La passione per il mondo del fantasy e del medioevo nasce già dai tempi delle scuole medie, quando nelle ore di storia ed epica si trattavano i periodi storici dei miti greci e dei tempi cavallereschi: sin da subito sono stato attratto da questi argomenti, li ho sempre reputati i periodi storici più affascinanti e interessanti, soprattutto per la presenza delle leggende epiche degli eroi e degli Dei (nel periodo dell’antica Grecia romanzate con arguzia e passione da Omero e Virgilio) e delle battaglie tra cavalieri e usurpatori, dei miti dei Draghi, di Merlino e di Camelot (relativamente al periodo Medioevale romanzato dal francese Chrétien de Troyes).
Poi, con il passaggio alle superiori, mi sono imbattuto in quella che reputo l’Opera madre del fantasy contemporaneo e che ha dato una svolta anche al mio modo di vedere il mondo, la Divina Commedia del Sommo Poeta.
Sì, Dante è stato per me la vera scintilla verso il mondo della scrittura, perché nella sua magistrale opera è stato capace di trasformare un sogno in qualcosa di impensabile, creando un mondo fantastico e accomunandolo al mondo reale in modo tanto perfetto e legato alla realtà da farlo diventare vivo e, in un certo senso, vero per l’immaginario collettivo contemporaneo. E in tutto questo, nella trasposizione della realtà nel suo mondo fantastico, la sua capacità di narrazione e di rendere accessibile a tutti il suo sogno, ho ricevuto la prima spinta verso la scrittura. Infatti, dopo aver avuto i primi contatti con il mondo del fantasy che oggi tutti conosciamo (il mondo di Tolkien, dei giochi di ruolo e della magia) nella mia mente ha cominciato a prendere forma un sogno, un mondo distante dal nostro, abitato da creature fantastiche e mitologiche, da reami abitati da razze e ideali differenti, una visione che, lentamente, come un onda del mare mentre si avvicina alla costa diventa sempre può grande e violenta, mi travolgeva nelle notti insonni, chiedendomi in un certo senso di trasformarsi in pagine bianche imbrattare di inchiostro.
Gli ambiti letterari che ti hanno maggiormente ispirato sono la mitologia greca (Iliade e Odissea), la Divina Commedia e la Saga di Tolkien. Quali sono, a parer tuo, gli elementi che accomunano queste opere apparentemente molto diverse tra di loro?
Nonostante possa sembrare difficile accomunare i vari periodi storici che hanno influenzato il mio modo di scrivere e di “sognare”, ciò che per me è sempre stato il denominatore comune è il racconto dell’eterna battaglia tra il Bene e il Male, la rivalsa dei deboli sugli usurpatori, la difesa degli ideali giusti contro la distruzione di ciò che di buono essi rappresentano. Infatti, sono proprio questi ideali nobili e meritevoli, della giustizia, dell’avventura e della battaglia per la verità e per la libertà, della difesa dei deboli, il vero fulcro su cui si basa il mio sogno, il mio mondo, la mia Opera, “La corona di Sangue”.
Cosa ti affascina maggiormente nel fantasy e quali sono, a parer tuo, i valori che emergono da questo affascinante genere narrativo?
Ho sempre ritenuto il fantasy il modo più semplice per viaggiare in un mondo distante e differente da quello che noi tutti conosciamo, un modo per evadere dalla realtà che ci stritola nel tempo e nello spazio che ci viene concesso. In questo mondo, in questo regno invece possiamo essere trasportati in luoghi distanti e differenti, accanto a personaggi che meglio ci rappresentano, in avventure che ci fanno dimenticare gli affanni della realtà e che ci lasciano trasportare in qualcosa di magico e stupefacente. Questo, infatti, deve essere il vero significato del genere letterario “fantasy”! Ci troviamo in un mondo e in un periodo storico in cui tutto ci sembra negativo, come se fossimo circondati dalle orde del Male, un po’ come accade proprio nelle Terre Bianche del mio Romanzo, e leggere, viaggiare con la fantasia in mondi e tempi distanti e differenti, diventa un po’ come evadere, scappare da un mondo che ci stritola tra le sue insicurezze, le sue paure e i suoi problemi, e ci fa sentire piccoli e inutili. Invece, in quei mondi fantastici, in quei luoghi dove solo noi possiamo viaggiare e rifugiarci, diventiamo noi i veri protagonisti, diventiamo noi gli eroi del tempo. E questo viaggio, leggendo, nonostante per molti altri che ci stanno intorno potrebbe sembrare qualcosa di inutile, sciocco o perfino una perdita di tempo, ci arricchisce, ci ricarica, ci rende più forti, come se quelle virtù, quelle armature, quelle spade potessimo indossarle e brandirle anche nella realtà e, in questo modo, poter affrontare di nuovo le difficoltà della vita quotidiana, con più forza e coraggio. E questa sorta di evasione, questo fuggire dalla realtà, ci rende liberi e felici… Sì, felici! E mi piace fare questo paragone per far comprendere meglio questa mia affermazione: in un carcere, in una prigione, quando avviene l’evasione di un carcerato, quando ormai il prigioniero è fuggito e non se ne ha più traccia alcuna, chi è triste? E chi invece è felice? L’unico triste ed arrabbiato è il carceriere perché non è riuscito a tenere sotto il proprio giogo il carcerato mentre, chi si sente libero, rinato e felice è solo l’evaso. Quindi? Leggere (in particolar modo il genere Fantasy) ci rende liberi, ci fa rinascere e ci rende più leggeri, più felici… pertanto, auguro buona lettura a tutti!
La tua è un’opera piuttosto impegnativa che è maturata nel corso dell’intera vita. Hai dichiarato che la stesura del Libro bianco l’hai intrapresa all’età di 18 anni e poi l’hai ripresa molti anni dopo. Per diverso tempo dentro di te hai sentito crescere i personaggi fino a quando hai avvertito l’esigenza di farli venire alla luce, non è così?
Esatto, il primo Capitolo della Saga de “La corona di sangue”, il Libro bianco per l’appunto, aveva trovato luce già oltre venti anni fa. Purtroppo, per varie vicissitudini, in particolare per il lavoro e per la famiglia, quel sogno, quel plico di carta imbrattata ho dovuto riporlo in un cassetto. Ma invece di restar lì, ad ingiallire e ad impolverarsi, quelle pagine e quel sogno continuava a crescere nel mio cuore e nella mia mente, sempre più intensamente tanto da affollare ogni notte della mia vita con le varie storie, con i personaggi che crescevano giorno dopo giorno e cercavano spazio nel mio inconscio, come se nella mia testa tutti quegli eroi avessero già preso vita, chiedendomi a gran voce di venire alla luce. E così, nel 2013 ho finalmente deciso che era giunto il momento di trasformare quel sogno in realtà: dopo aver ripreso in mano il primo capitolo della Saga ed averlo trasmesso a diverse Case Editrici (fortunatamente ho ricevuto in poco tempo diverse proposte editoriali), sono riuscito a pubblicare il Libro bianco. Ma questo non era altro che l’inizio, perché quel film nella mia testa continuava sempre e costantemente a scorrere, immagine dopo immagine, trasformandosi in meno di un anno nel secondo e conclusivo capitolo dell’Opera, il Libro Nero. Nel 2015 infatti anche il secondo romanzo era già pubblicato.
Quanto tempo hai impiegato ad elaborare la trama e a definirne la stesura?
Come dicevo prima, la storia nasce negli anni della scuola, quando adoravo passare il tempo libero nella lettura di librigame e giochi di ruolo ambientati nel mondo del fantasy. Tutto è nato inizialmente come un gioco, quando ho iniziato a creare una piccola mappa di un regno dove potevano vivere alcuni di quelli che successivamente sarebbero diventati i protagonisti della mia opera. Man mano però che i personaggi prendevano forma, la piccola mappa si trasformava in un intero continente, poi un mondo intero in cui popoli differenti, ciascuno con i propri Dei e Semidei, lingue e tradizioni, regnavano e vivevano le proprie vite. Ma la trama nella mia mente scorreva giorno dopo giorno come un fiume in piena, serviva solo il tempo materiale per trasformare quelle immagini, quei sogni in carta e inchiostro. Quando a diciotto anni ero riuscito a scrivere la prima stesura del Libro bianco, nella mia mente la trama aveva già un finale! Ed è proprio per questo motivo che quando finalmente sono riuscito a trovare il tempo di riaprire quel cassetto, anche il Libro nero è venuto alla luce in così poco tempo: le immagini, le storie, i personaggi erano già tutti lì, chiari e nitidi nella mia mente, serviva solo il tempo di descriverli nel miglior modo possibile!
“La corona di sangue” è una saga composta da due libri intitolati rispettivamente: Libro bianco e Libro nero. Vuoi spiegare il perché di questa suddivisione?
La storia si svolge in un mondo distante e differente dal nostro in cui esistono mari, continenti e popoli molto differenti tra loro, ciascuno con le proprie lingue, storie e tradizioni. In particolar modo, “La corona di sangue – Libro bianco” si svolge in un parte di questo mondo chiamato Terre Bianche (da qui il nome del primo capitolo), un continente suddiviso in cinque reami, ciascuno abitato da un popolo differente: le Terre dei Giganti, i Colli d’Argento (dei Nani), l’Emirato di Rugadan II e l’Impero (da due differenti stirpi di umani) e le Lande Verdi (abitate dagli Elfi). Dopo anni di pace e convivenza reciproca dei vari popoli, la supponenza, l’arroganza e la superbia di alcuni dei regnanti trasformò quella coesistenza in un allontanamento delle varie culture e all’isolamento di ciascuno di essi nei propri confini. Ed è proprio in questo contesto storico-culturale che il Dio del Male e dell’Oscurità, Dègath, capì che era giunto il momento di tendere la sua mano sui Regni liberi, schierando tutti i suoi servi più potente al fine di distruggere tutto ciò che di buono era stato scritto e creato. E nel frattempo che tutti i popoli liberi affrontavano ciascuno il proprio demone, un gruppo di prescelti provenienti da terre e razze differenti, compieva un impervio viaggio con lo scopo di attraversare l’Oceano di Gaadar e raggiungere le Terre Oscure. Ed è proprio qui che inizia il secondo volume della Saga (“La corona di sangue – Libro nero”) che, infatti, narra la conclusione di questo arduo viaggio che gli eletti devono compiere nelle terre d’Oscuria e nel Gasternadh, i regni abitati rispettivamente dagli Elfi oscuri e dai Pelliverde, con l’obbiettivo di raggiungere il cuore del Regno del Male e distruggere le Porte Nere prima che venga spalancato, un portale da cui il Dio delle Tenebre può far accedere al mondo i suoi servi più oscuri e terrificanti, dando così almeno una possibilità di vittoria ai popoli liberi delle Terre Bianche ormai assediati dalle orde senza pietà del Male.
La saga narra la storia di due popoli che abitano in due continenti: le Terre bianche e le Terre oscure. Due mondi in conflitto che potrebbero rappresentare l’eterna lotta tra Bene e Male?
Hai assolutamente centrato nel segno. Più che di due popoli, i due continenti rispecchiamo l’ideale di vita e delle Divinità a cui i vari popoli sono votati. Infatti, nelle Terre Bianche le razze, ancorché differenti in fisionomia e tradizioni tra loro, hanno comunque un unico denominatore cioè quello di seguire la strada e i dettami della Libertà e del Bene (il Dio Amronk, il Dio della Luce, e la sua discendenza sono le guide dei cinque Regni). D’altro canto, nelle Terre Oscure i vari popoli che vi abitano seguono i dettami degli Dei del Male (il Dio Dègath e la sua orrida stirpe). E partendo dal presupposto che Amronk e Dègath sono fratelli, le due facce della stessa moneta, in questo senso che viene ancor più rappresentata la lotta eterna tra il Bene e il Male, tra la Luce e l’Oscurità, una lotta in cui solo il sacrificio, il coraggio e la speranza potranno poi portare alla vittoria finale di uno o dell’altro schieramento.
Il romanzo racconta un viaggio in cui i protagonisti dovranno affrontare diverse sfide. Un viaggio fisico, geografico che si trasforma in un viaggio esistenziale, un percorso interiore di crescita che può avvenire soltanto affrontando le proprie intime paure e superandole. Quali altre importanti tematiche esistenziali emergono in questo tuo lavoro letterario?
“La corona di sangue” rappresenta per l’appunto il viaggio esistenziale che ciascuno di noi deve compiere. I protagonisti, infatti, in alcuni casi non sono altro che persone normali, persone che non capiscono neppure il motivo per cui essi sono stati scelti per affrontare questo viaggio. Ma in questo percorso che faranno accanto a persone completamente differenti, essi compiranno un viaggio di crescita, interiore ed esteriore, comprendendo che le differenze non sempre dividono ma che, invece, li trasformerà da persone comuni in esseri migliori. Ed al contrario, proprio l’incapacità di condividere e di cooperare sarà il punto debole delle schiere del Male. Ma c’è un significato ancor più importante e profondo, un messaggio che spero a tutti i lettori giunga: non importa tu sia un magnifico Signore Elfico o un burbero cacciatore di pelli, non importa tu sia un devoto uomo di preghiera o un marinaio senza casa e bandiera. Ciascuno di noi è unico e a suo modo speciale, ciascuno di noi è una pedina di una unica scacchiera, quella della vita, e non importa se si è Re o Pedone: ciascuno di noi è importante, con le proprie abilità e imperfezioni, e solo mettendosi al servizio del prossimo, anche la difficoltà più ardua e impervia può essere superata. Tentando di delineare una analisi il più possibile obiettiva, a tuo parere quali sono gli aspetti di forza e di originalità del tuo romanzo. Ho sempre immaginato “La corona di Sangue” un viaggio in un fantastico mondo a cui tutti sono invitati a partecipare, una storia in cui i vari personaggi presentano e rappresentano caratteristiche totalmente differenti le une dalle altre; ognuno di essi è speciale, così come lo è ogni lettore, ed è proprio in questo che penso la mia opera possa avere il proprio fulcro e la propria originalità: ogni lettore può immedesimarsi in uno dei vari personaggi, affrontando accanto a lui (o lei) le difficoltà che gli si parano d’innanzi durante il proprio percorso con le proprie debolezze e virtù, provare i medesimi sentimenti, gli stessi dolori e, in un certo senso, fare il tifo per colui che meglio lo rappresenta. Nell’Opera infatti non vi è un solo protagonista principale: tutti sono a loro modo protagonisti della storia, tutti sono importanti in questo cammino, ed è per questo che tutti sono invitati a partecipare a questo viaggio nel magico mondo de “La corona di Sangue”!
La pubblicazione di questa saga rappresenta soltanto la punta dell’iceberg della tua produzione letteraria. Hai dichiarato che la sua conclusione la consideri come il tronco di unalbero da cui stanno crescendo rami diversi che faranno da corollario a quello che sarà il tuo “Romanzo ultimo”. Parlaci di questo.
Cercando di evitare di fare “spoiler” del romanzo, “La corona di sangue” è infatti solo l’inizio del mio progetto letterario. Alla fine della storia, alcuni dei protagonisti intraprenderanno un viaggio di ritorno verso le loro vite (sia delle schiere del Bene, sia del Male) ma, durante il loro percorso, troveranno sul loro cammino qualcosa di differente da ciò che ricordavano: le Terre Bianche saranno cambiate, il mondo attorno a loro sarà differente rispetto a quello che avevano lasciato prima del loro viaggio e, ciascuno di essi dovrà affrontare una nuova avventura. Ed è qui che nasce il mio progetto: quattro romanzi, ciascuno con stile e genere differente, in cui il vero protagonista sarà l’amore e la passione, o la crudeltà e il sangue, o i trabocchetti e i labirinti, o infine la vendetta e la fede. Romanzi differenti tra loro, ma con un unico comune denominatore: la fantasia, la magia e l’avventura e che infine porterà i protagonisti a ritrovarsi ancora una volta in quello che sarà il romanzo finale dove tutti loro, vecchi e nuovi eroi, dove dovranno nuovamente affrontare l’oscurità che, ancora una volta, cercherà di distruggere gli animi liberi e i cuori impavidi. E, una volta che anche quest’ultimo capitolo sarà venuto alla luce, il mio sogno ultimo e che il tutto sia trasformato realmente in quelle immagini che ogni notte scorrono nella mia mente, trasformandosi in una pellicola cinematografica.
Dove è possibile acquistare “La corona di sangue”?
Entrambi i capitoli dell’Opera, il Libro bianco e il Libro nero, possono essere acquistati sia direttamente sul sito della Casa Editrice (Kimerik), sia su gran parte delle librerie (per il formato cartaceo) e dei distributori di libri on-line (per il formato cartaceo ed e-book).
Questi sono i link in cui ad esempio è possibile acquistare direttamente i due romanzi:
La corona di sangue – Libro bianco
https://www.kimerik.it/SchedaProdotto.asp?Id=1395
https://www.amazon.it/corona-sangue-Anthony-Cristel/dp/8868840014
https://www.ibs.it/corona-di-sangue-libro-anthony-cristel/e/9788868840013
La corona di sangue – Libro nero
https://www.kimerik.it/SchedaProdotto.asp?Id=2028
https://www.amazon.it/corona-sangue-Libro-nero/dp/8868846454
https://www.ibs.it/corona-di-sangue-libro-nero-libro-anthony-cristel/e/9788868846459
Dando a tutti voi il benvenuto nel fantastico mondo de “La corona di sangue”, vi auguro buon viaggio tra magia e avventura, tra amore e epiche battaglie, tra pagine imbrattate di inchiostro e sogni divenuti realtà.
Ti ringraziamo moltissimo, Antonio, per averci condotto nel tuo meraviglioso mondo fantasy connotato di magia e mistero, un mondo in cui a dominare sono importanti valori esistenziali quali l’amicizia, l’amore, ma anche la condivisione di ideali e di sentimenti. Grazie per averci ricordato che la fantasia è il motore della nostra vita e che è soltanto volando sulle sue magiche ali che possiamo rinvenire la vera essenza della nostra esistenza.