di STEFANIA ROMITO *
Il mio viaggio nell’affascinante mondo archeologico – antropologico del Parco di Collepasso
Un tuffo nel passato di più di 2600 anni! Questa è la straordinaria esperienza che ho vissuto nel corso della mia recente vacanza nella bellissima Puglia visitando l’affascinante Parco Archeologico di Collepasso a Taranto.
In questo antico spazio urbano ho potuto ammirare, sotto la guida sapiente di Pierfranco Bruni (direttore archeologo della Sabap-le MIBAC) e dei bravissimi colleghi Saverio Martiradonna e Maria Rosaria Bentivenga (che mi hanno riservato una meravigliosa accoglienza), i resti della cinta muraria di epoca greca risalente al V secolo a. C., eretta a difesa dell’originaria città di Taras insieme a una vasta area della necropoli tardo ellenistica ed ellenistica. Numerose e di diversa tipologia sono le tombe un tempo parte integrante dell’acropoli. Particolarmente suggestive le sepolture infantili caratterizzate da tegole e lastre di terracotta.
Il resto delle sepolture presentano quasi sempre una controfossa. Lo studio di questi scavi, portati alla luce in epoca recente, nel 1987, è di fondamentale importanza per la comprensione dello sviluppo delle civiltà, come afferma Pierfranco Bruni, direttore archeologo della Sabap-le MIBAC: «I beni culturali a Taranto sono la voce di un tempo che intreccia civiltà greche e memorie di un mondo sommerso attraverso il quale si ascoltano voci e destini di civiltà. Anche l’archeologia ha il suo cammino immateriale che dialoga con un vissuto etno-antropologico. La saggezza dei saperi racconta eredità di una identità in cui il mito ha simboli e non smette di dialogare».
Il parco archeologico testimonia anche tracce di un successivo sfruttamento agricolo avvenuto in epoca romana mediante canali comunicanti collegati con pozzi che costituiscono parte integrante di una rete idrica per l’utilizzo delle acque piovane e sorgive. Queste antiche forme di coltivazione della terra, così come la necropoli ellenistica, costituiscono una ricchezza importante per il nostro patrimonio culturale.
La meravigliosa esperienza archeologica-antropologica di Collepasso, che suggerisco vivamente a tutti coloro che intendono vivere il fascino del passato nella nostra contemporaneità, viene arricchita anche dalla presenza del “giardino degli odori” che offre la possibilità ad ogni visitatore di fruire delle essenze profumate di provenienza greca e romana, mentre ai più piccoli è riservata un’ampia area giochi.
Per tutta l’estate il Parco Archeologico di Collepasso sarà visitabile gratuitamente. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Province di Brindisi, Lecce e Taranto, aderendo al programma di valorizzazione di beni cultuali promosso dal MIBAC, garantirà visite guidate del Parco con la gradevole accoglienza e competenza di Saverio Martiradonna e Maria Rosaria Bentivenga, dalle ore 17.00 alle ore 23.00, a partire dal 15 luglio.
I miei ringraziamenti più sentiti vanno a Pierfranco Bruni e ai suoi colleghi del MIBAC che mi hanno offerto la possibilità di godere della bellezza di un antico passato e di colmare la mia sete di conoscenza in un ambiente stimolante e di altissima professionalità.
Parco Archeologico di Collepasso. Una meravigliosa realtà che va ammirata e salvaguardata per non dimenticare che la conoscenza delle antiche civiltà è indispensabile per la comprensione del nostro percorso esistenziale presente e futuro e per uno sviluppo sociale e umano più consapevole all’insegna di una vera antropologia dei saperi.
* Scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva, fondatrice di OPHELIA’S FRIENDS CULTURAL PROJECTS, rappresentante letteraria NUOVO RINASCIMENTO di Milano