di Stefania Romito
Carissimi amici di “Ophelia’s friends”, è con grande piacere che vi presento un giovane autore molto promettente che sono particolarmente fiera di avere nel nostro gruppo letterario. Il suo nome è Antonio D’Anna.
Ciao Antonio, per me è un grande piacere poterti intervistare. Tu sei un geologo. So che hai frequentato anche un corso di perfezionamento in Geo-giornalismo e hai collaborato in qualità di giornalista con diversi quotidiani. Ami la scrittura ma coltivi anche altre grandi passioni. Ce ne vuoi parlare?
Sono appassionato di astronomia che coltivo seguendo mio fratello, un vero astrofilo. Mi piace il mondo animale, i cani in particolar modo, amici fedeli che mi inteneriscono. E mi documento sul comportamento delle varie razze canine. Seguo il calcio, il Napoli soprattutto.
Che funzione ha per te la scrittura?
La scrittura è uno strumento che utilizzo per dare voce a tutti i miei stati d’animo. Pertanto risulta molto importante per me, soprattutto per rafforzare un concetto che a voce sarebbe subito dimenticato.
Hai da poco pubblicato un libro di poesie dal titolo “Un vulcano di pensieri” (edito da MR Editori). Una raccolta poetica molto interessante che rappresenta una voce di denuncia, un grido di insoddisfazione nei confronti di un certo stato di cose. Non è così?
Una raccolta di prosa e di poesia che effettivamente ha come filo conduttore gli sforzi, le corse ed i sacrifici resi vani nella maggior parte dei casi di una grande fetta di giovani ed ormai pseudo tali che, quantunque si adattino e si arrangino nei contesti più disparati, faticano ad ottenere un minimo di stabilità e di dignità.
Un libro che mette in evidenza la difficile condizione, non soltanto delle giovani generazioni, nel riuscire ad affermarsi nella professione di geologo. Qual è il messaggio principale che intendi veicolare?
Se da una parte vengono evidenziate la rabbia e la rassegnazione per un sistema marcio e contorto, dall’altra viene risaltato l’auspicio affinché la società stessa possa migliorare, possa essere resipiscente. E per società intendo lo Stato nelle sue forme, i cittadini ed i tecnici. Ognuno ha le proprie colpe e responsabilità nel tema della prevenzione e della cultura del rischio geologico. Mi auguro che possa esserci una maggiore predisposizione da parte di tutti perché altrimenti si continuerà a piangere in caso di disastri. E resteranno soltanto la retorica inutile, i finti proclami e le polemiche sterili.
Tra le interessanti tematiche trattate nel tuo libro vi sono: la difficoltà nell’esercitare la professione di geologo nel nostro Paese, l’importanza della famiglia e della fede nel superare le difficoltà, la speranza e l’amore. Vi è una tematica che tende a prevalere sulle altre? Se sì, quale?
Il libro ha come titolo “Un Vulcano di Pensieri” proprio perché come il magma ribolle nella camera magmatica, pronto a risalire e a generare un’eruzione, così tutte le tematiche presenti nel libro fanno parte integrante del mio essere e mi accompagnano sempre ora placide e quiescenti, ora violente e parossistiche.
Hai in cantiere un altro progetto letterario a breve termine?
In cantiere non ancora, l’idea però c’è. Vediamo la vita cosa mi riserva e dalla vita prenderò spunto.

Grazie di cuore, Antonio, per questa interessante intervista. Il tuo libro tratta di sicuro tematiche molto importanti che inducono alla riflessione. Noi tutti ci auguriamo che possa fungere anche da stimolo per un cambiamento in positivo.
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