di STEFANIA ROMITO
Ciao Vincenzo, sono felicissima di poterti intervistare. Ammiro molto in te la tua saggezza, piuttosto insolita in un ragazzo della tua età. Grazie all’esempio di tua madre hai coltivato, fin da piccolo, un grande amore per il prossimo e hai imparato ad amare don Bosco, illustre pedagogo che ci ha lasciato degli importanti insegnamenti. Cosa ti affascina maggiormente di lui?
Mia madre mi ha insegnato a vivere la vita servendo gli altri affinché questa mi servisse a qualcosa. Poi, sul mio cammino, ho incontrato don Bosco che perfettamente incarna questo grande insegnamento e sono rimasto affascinato dalla prepotenza (positiva) con la quale si è imposto nella mia quotidianità. Il suo sistema preventivo è chiaramente motivo di fascino per me. L’elemento che più mi affascina del suo metodo è la capacità di coniugare l’amorevolezza all’educazione. L’amorevolezza è la chiave di una buona educazione. Educare deriva da “educere” (condurre fuori, portare fuori) che è ben diverso da “inducere” (mettere dentro, condurre all’interno) e l’amorevolezza è un ottimo catalizzatore affinché si possa quanto più possibile far emerge i talenti che ogni giovane già possiede.
Le questioni teologiche ti hanno da sempre appassionato. La teologia, come sappiamo, è strettamente connessa ad un’altra disciplina esistenziale di fondamentale importanza per la comprensione della nostra vita: la filosofia. Quali sono i punti di contatto, a tuo parere, tra teologia e filosofia?
Un tempo la filosofia era ancella della teologia, l’accompagnava in modo subordinato. Io non so ben dire quale delle due sia più importante dell’altra, sono certo però che entrambe abbiano la capacità non solo di scuotere (come la musica) ma addirittura di dialogare con l’intimo dell’essere umano ed è una prerogativa che altre discipline non hanno.
Quando e come nasce questa la tua forte passione per la filosofia?
La passione per la filosofia è nata quando mi è stata trasmessa con passione, per questo devo tutto alla prof. Caputo alla quale il saggio è dedicato. Poi questa passione è stata coltivata attraverso la mia capacità di elevarla al quotidiano e di non lasciare che prendesse polvere nei manuali.
Tu sei l’autore di un libro filosofico da titolo “Filosofàndo”. Una raccolta di saggi che rappresentano questioni quotidiane osservate attraverso una visione filosofica. Come ti è venuta questa idea?
Questa idea mi è venuta dalla volontà di poter cambiare i punti di vista sulle cose che ci circondano. L’ho avvertita come esigenza di ridare, a uomini senza orientamento, il filo di una matassa che avevano perso, ma nasce da un bisogno esclusivamente mio, conforme a quel servizio di cui abbiamo già detto. Ho pensato di fare questo rivalutando, dando nuovo valore filosofico e pratico alla vita quotidiana partendo dal cardine di questa, ossia, l’amore.
Il libro è composto da dieci capitoli scritti da giovani, per i giovani. In che misura ritieni che la filosofia possa costituire un aiuto per i giovani della nostra contemporaneità al fine di superare le difficoltà esistenziali?
Le difficoltà esistenziali aumentano quanto più aumenta la difficoltà con cui si vive. La filosofia, o per lo meno, il pensare critico, non fa altro che restringere il margine di difficoltà. Il pensare critico aiuta a tenere i piedi ben ancorati alla terra ma la vera bravura sta nel tenere gli occhi sempre al cielo, e di questo i giovani ne hanno realmente bisogno.
Saggi che trattano argomenti tra il sacro e il profano connotati sempre da una riscoperta del concetto di Amore, non è così?
È un saggio eterogeneo, che risponde alla natura umana del saggiare, del provare, dell’andare per tentativi, si destreggia sui temi più disparati non perché ha perso l’orientamento ma per ricondurre ognuno di questi allo stesso tema comune. La volontà di rimandare all’amore in così tanti ambienti, sottende la volontà di incontrare quante più storie possibile, apparentemente incomunicabili, e farle incontrare.
In questo libro sono molti gli episodi autobiografici. Quali i più importanti?
In questo libro ho preferito non dare un taglio troppo biografico, ma per me è stato quasi impossibile non parlare della presenza dai miei nonni nella mia crescita. Il loro ruolo è visto da me come quello di un saggio che ha già saggiato una vita intera ed è ricco di frutti; il contatto con loro mi permette di cogliere aspetti dell’amore o della felicità che da solo non comprenderei mai.
Quale messaggio intendi veicolare con questo tuo primo lavoro letterario?
Vorrei tanto far comprendere che dietro ogni cosa che ci appare, anche la più scontata, c’è un mondo ancora da conoscere. Vorrei incoraggiare i giovani a indagare il proprio cuore, a non avere paura di farlo, anche se costa fatica, ad abbandonare i porti sicuri in cui sono ormeggiati e prendere il largo.
Come hai trattato la tematica dell’Amore in questo libro?
Ho spesso l’abitudine, quando rifletto su un argomento, di risalire alla sua etimologia. In questo testo lo faccio più volte e su questa abitudine verte tutto il saggio. Questo mette le radici in una riscoperta etimologica della parola “Amore” per la quale si evidenzia come questa sia composta da “a-more”, considerando “a” come un’alfa privativa di matrice greca e “more” con significato di “morte” si ha che “Amore” equivalga a “senza morte”. Da questo presupposto parte un’analisi dei più svariati aspetti che si illuminano ora di una luce nuova che provoca le nostre certezze e le arricchisce di nuovi punti di vista.
Per i tuoi prossimi progetti letterari, hai già in cantiere qualcosa?
Quando scrivo lo faccio per sovrabbondanza di qualcosa, di qualche emozione ad esempio. Non nascondo che il mio porto sia un continuo cantiere con continui lavori in corso. Certamente mi piacerebbe sperimentare altri generi e non nego che le mie prossime esperienze possano riempirmi così tanto da farmi strabordare ancora.
Dove è possibile acquistare il tuo libro “Filosofàndo”?
“Filosofàndo” è disponibile presso tutti gli store Mondadori, sul sito internet della casa editrice http://www.booksprintedizioni.it ma anche sul sito di Mondadori, Feltrinelli oppure Amazon.
Vincenzo, è stato un grandissimo piacere intervistarti e parlare con te di filosofia, una disciplina esistenziale che io considero fondamentale per comprendere gli aspetti importanti della nostra vista e per imparare a guardare la realtà che ci circonda con uno sguardo più profondo. Ti ringraziamo per averci ricordato tutto questo.