di Stefania Romito
Carissimi amici del gruppo, ho il grandissimo piacere di presentarvi Stefania Meneghella, una giovanissima scrittrice dotata di un talento letterario davvero straordinario.
Ciao Stefania, sono molto orgogliosa di averti nel mio gruppo letterario “Ophelia’s friends”. Nonostante la tua giovanissima età, hai già pubblicato un romanzo “Silenzi Messaggeri” e diversi tuoi racconti continuano ad essere pubblicati sul sito web letterario “Pensieri Parole” e sul magazine on line “Kosmo Magazine”. Inoltre sei tra gli autori dell’e-book “Pendolibro 2014”. Prima di parlarci della tua interessante attività letteraria, mi piacerebbe chiederti quando nasce in te la passione per la scrittura e che cosa rappresenta per te la scrittura?
Non ricordo un momento preciso in cui la scrittura ha preso il sopravvento su di me, oppure io su di lei. Ricordo solo che a 5 anni, quando la mia mamma mi insegnò le prime lettere dell’alfabeto, anziché disegnare come tutti gli altri bambini, scrivevo storie. Senza significato, in modo del tutto scollegato. Però la scrittura era già da allora per me fonte di ispirazione. Così, ha continuato ad esserlo nel corso del tempo. Per me, scrivere significa evadere dalla realtà che mi circonda, entrare in un mondo tutto speciale e che è stato costruito soltanto da me, ed essere semplicemente me stessa. Senza costrizioni, senza pregiudizi. Sinceramente e totalmente me stessa.
I tuoi racconti appartengono a un genere specifico, oppure ti piace sperimentare generi letterari differenti?
La mia musa letteraria è Virginia Woolf, scrittrice di fine Ottocento che, con il suo pensiero e il suo stile, ha ispirato gran parte dei miei scritti. Dunque, il mio genere letterario preferito è il genere introspettivo, psicologico, quel tipo di scrittura che preferisce raccontare di sentimenti piuttosto che di realtà dettagliate. Essendo anche appassionata di psicologia, preferisco dunque cimentarmi nella descrizione della personalità di ciascun personaggio, non in modo diretto ed esplicito, ma utilizzando la poesia.
Con i tuoi racconti hai ricevuto importanti riconoscimenti. Ce ne vuoi accennare brevemente?
Nel 2013 ho ricevuto il mio primo riconoscimento: un diploma di merito per il concorso nazionale di poesia e narrativa di Roma “AlberoAndronico”, seguito poi, nello stesso anno, da un altro diploma di merito per il “Premio Osservatorio” svolto nella mia città, Bari, in cui presentai un racconto dedicato all’attentato dell’11 settembre 2001. Nel 2015, ho ricevuto invece il riconoscimento di Dama dell’Arte durante il “Premio Federico II” di Brindisi, a cui avevo partecipato con un racconto dedicato al tema dell’immigrazione. Nello stesso anno, mi è stato proposto di scrivere una serie di poesie per una manifestazione, svolta nella città di Matera, dedicata al musicista Antonio Vivaldi, poesie recitate poi da un attore durante la serata; per questa collaborazione, mi è stato dunque conferito il “Premio Speciale Antonio Vivaldi”.
Di recente, hai pubblicato il tuo primo romanzo “Silenzi messaggeri” (edito da Albatros). Cosa ti ha indotta a passare dal racconto al romanzo?
Inizialmente, non avevo molte idee su come poter stilare un vero e proprio romanzo; avevo sempre sognato di scrivere un libro, ma non mi sentivo ancora pronta, nonostante avessi scritto numerosi racconti e numerose storie di mia invenzione. L’ispirazione è arrivata improvvisamente, quasi in maniera inaspettata, a seguito di qualcosa che mi era accaduto. Attorno a questo qualcosa, ho dapprima scritto un racconto della lunghezza di dieci pagine circa. Si chiamava “Venti Messaggeri”, ed era la prima volta che sentivo davvero mio un mio scritto, come se quelle parole fossero state da sempre dentro di me. Inizialmente, non avevo intenzione di trasformarlo in romanzo, non mi era mai sfiorato il pensiero che quello sarebbe potuto diventare qualcosa di più. L’idea mi è giunta poi da una mia carissima amica che, leggendolo, mi ha suggerito di provarci, dicendomi che ce l’avrei potuta fare, che anche io avrei potuto scrivere ciò che avevo sempre sognato di scrivere. Dunque, da quel breve racconto ho estratto la storia e l’ho trasformata in un vero e proprio libro, modificando il titolo in “Silenzi Messaggeri”.
Questo romanzo è fortemente intriso di spiritualità nel raccontare l’incontro non tra persone fisiche, bensì tra due anime gemelle che si trovano senza cercarsi e iniziano a vivere in se stessi, per se stessi… Ci vuoi parlare del rapporto tra i due protagonisti, Jamie e Schlomo?
Jamie e Schlomo sono due mondi completamente distanti, che non si incontreranno mai, due mondi “con il desiderio di cercarsi ma con la volontà di respingersi”. I loro occhi si incrociano solo una volta, e quell’attimo è necessario per definire la loro esistenza per sempre. Entrambi provengono da un passato complicato, che non permette loro di lanciarsi nelle sfide della vita, di conoscere pienamente l’amore. Il loro è dunque un legame costruito solo sul silenzio, quel silenzio che si scambiano mediante lettere e, nella quotidianità, mediante le note di violino di Schlomo (musicista) e le parole di Jamie (scrittrice), elementi che si incontrano nella natura e riescono a donare ai due il bisogno di essere sinceramente sé stessi. E’ proprio grazie al silenzio, al loro silenzio, che i due protagonisti hanno la capacità di costruire un mondo fondato soltanto sul loro legame, e che nessun altro ha il potere di comprendere. Sarà proprio quel mondo, quasi un non-luogo, una dimensione parallela, a salvarli.
Nella cultura sciamanica la luna rappresenta la ciclicità delle stagioni ed è strettamente legata alla figura femminile poiché ne rappresenta il ciclo di fertilità. Nel tuo romanzo la luna acquisisce un nuovo significato, soprattutto per il protagonista maschile. Ce ne vuoi parlare?
Per Schlomo, la Luna è essenziale, quasi fondamentale per la sua sopravvivenza. Rappresenta fonte di salvezza, e punto di riferimento per un cammino che spesso si presenta difficoltoso. La Luna è tonda, come tondo è il volto di chi gli manca e di chi sarebbe capace di prenderlo tra le mani e salvarlo davvero. Dunque, prende l’aspetto del volto del suo papà (volato in cielo quando era molto piccolo), e poi del volto di Jamie (l’unica persona in grado di capirlo, ma distante). La Luna è stata per lui una guida, da quel giorno in cui il papà, prima di andare via per sempre, gli aveva suggerito di guardarla ogni notte perché solo lei sarebbe stata in grado di realizzare i suo sogni. Così, con una vita un po’ in bilico, la Luna è stata per Schlomo la sua unica amica, prima di incontrare Jamie e trovare quella sfera di cristallo nei suoi occhi.
L’altro grande protagonista è il silenzio. Un silenzio fortemente connotato da poesia e misticismo. Parlaci di questo aspetto.
Il vero protagonista del mio romanzo è il silenzio, un silenzio che spesso la società sembra ignorare, avendone quasi terrore, e allontanandosi da ciò che la costringe a pensare. Jamie e Schlomo sembrano essere gli unici, nella storia, a preferire il silenzio al caos, a rifugiarsi sotto un salice in primavera e addentrarsi nei propri pensieri, nelle note o nelle parole, ma soprattutto nel loro legame epistolare, un legame basato appunto solo sul silenzio. Silenzi messaggeri, appunti. Silenzi che viaggiano da un luogo all’altro, per unirli in un’unica anima, legandoli con un filo invisibile in grado di renderli diversi dagli altri, in grado di salvarli. Dunque vorrei trasmettere silenzio, con le mie pagine, la consapevolezza che esso è necessario per la sopravvivenza, ma soprattutto per essere vivi davvero, per sconfiggere il male, il caos, il mondo che ruota senza ragione, e il mondo che non capisce. “Solo in silenzio si possono fare grandi cose”, scrive Schlomo in una lettera a Jamie. E’ questo il senso del mio romanzo.
Ti ringraziamo moltissimo, Stefania, per averci offerto degli interessanti spunti di riflessione con questo tuo romanzo. Ciò che mi colpisce maggiormente in te è questo insolito connubio di saggezza legata alla tua giovanissima età, un aspetto questo davvero molto affascinante e sono certa che questo tua straordinaria peculiarità si riflette anche nei tuoi scritti. Noi di “Ophelia’s friends” ti auguriamo di cuore di ottenere tantissime belle soddisfazioni con le tue pubblicazioni perché davvero te lo meriti.
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