di Stefania Romito
Al cospetto di un pubblico interessato e “pensante” si è svolta la presentazione del libro di Pierfranco Bruni “Il Canto di Nessuno” (edito da Saletta dell’Uva Edizioni) presso la libreria LA FELTRINELLI a Salerno. Un incontro letterario che traccia sentieri solo nelle menti di coloro che sanno riconoscere la “vera” letteratura, quella destinata a rimanere e a non perdersi nelle rughe dell’oblio, della dimenticanza. L’Ulisse omerico, nel senso dell’erranza del suo viaggio, è stato meravigliosamente introdotto dalla lettura recitata dell’incipit del libro da parte dell’attrice regista Brunella Caputo. Un inizio libro che racchiude in sé tutta l’essenza del tema dell’ulissismo, un viaggio interiore alla riscoperta del proprio sé, un proprio Io che si scopre e si riscopre soltanto nel momento del ritorno. Alfonso Bottone, direttore organizzativo “In costiera amalfitana”, il vero regista di questo appuntamento di alta letteratura, ha posto l’accento sulla figura di Nerone, sugli altri autori della letteratura citati nel libro, tra cui Gabriele D’Annunzio, e sul tema dell’esilio. Tema che Pierfranco Bruni ha ricollegato al poeta latino Ovidio che interpreterà a teatro nell’ambito di un progetto teatrale ideato dalla scrittrice Stefania Romito in collaborazione con l’attrice e regista Brunella Caputo. La prima rappresentazione dello spettacolo si terrà il 2 febbraio alle ore 21 presso il TEATRO DEL GIULLARE a Salerno.
Un profondo Marcello Napoli, giornalista de “Il Mattino”, ha affrontato le importanti tematiche letterarie che costituiscono la base fondante del libro riuscendo a cogliere nella sua essenza la complessa poetica di Pierfranco Bruni e sottolineando il fatto che, a differenza della critica letteraria di stampo tradizionalista, Bruni non traccia linee guida di interpretazione bensì, dopo una lunga e intensa interiorizzazione del pensiero e delle varie ideologie dei diversi autori che hanno fatto grande la letteratura, si limita a suggerire percorsi del tutto inediti in base a quella che è la sua personale interpretazione e visione di “libero pensatore”. Non impone ma indica, non si innalza su un piedistallo, ma osserva dal basso illuminando il cammino. Un faro che splende nell’oscurità di quella leggerezza dell’essere e dell’esistere che connota la nostra contemporaneità.
Ogni qualvolta mi trovo a discutere di leggerezza sembra toccare un filo elettrico. L’immaginario corre a Italo Calvino. Io invito alla pesantezza e alla fortezza. Il pensiero non può essere leggero. Altrimenti non è tale. Perché Calvino? È subito detto.
Sono stato a Salerno, a La Feltrinelli a parlare del “mio” Ulisse, accolto da un folto pubblico pensante. Quando coerentemente, fedele alla mia tradizione, ho toccato il tasto della pesantezza, contrapponendola alla leggerezza americana, è scoppiato un applauso.
Ad applaudire sono stati docenti dantisti operatori culturali manager della cultura studenti attori registi.
Mi sono detto… finalmente nella mia antica Salerno Alfonso Gatto ha lasciato il segno. Il segno di una profondità che non inganna come gli “scoiattoli” a dirla con il pesante Pavese.
Il pensiero è pesante! Nulla è relativo.
Ecco “l’arcano” tra un illuminsta marxista e il misticismo di uno sciamano:
Italo Calvino
“Storia
Io cammino per un bosco di larici
ed ogni mio passo è storia.
Io penso, io amo, io agisco
e questo è storia,
forse non farò cose importanti,
ma la storia è fatta
di piccoli gesti
e di tutte le cose
che farò prima di morire
saranno pezzetti di storia
e tutti i pensieri di adesso
faranno la storia di domani”.
“Se le emozioni fossero storia resteremmo privi di mistero.
Amore mio non credere alla storia.
Immagina.
Gioca con la fantasia.
Vivi la magia e fai in modo che ogni sogno sia alchimia.
La poesia è una verità che non ha bisogno della storia perché nella sua memoria il tempo conosce il mito e non la ragione. Il viaggio degli uomini ha il fascino di un incantesimo che non può essere consegnato al razionale della storia.
Corrado Alvaro diceva che ‘la favola della vita mi interessa più della vita stessa’.
Qui è l’alchimia del tempo che supera la storia.
La storia è un groviglio di cocci di cronaca. Oltre la cronaca resterebbe il nulla? Invece la magia è il segreto dell’indissolubile oltre la dissolvenza e oltre il bosco e dentro il bosco uno spigolo di luce c’è sempre.
Ovvero la metafisica dell’anima che ogni relativismo esclude”.
Pierfranco Bruni
Il tema dell’ulissismo è stato analizzato anche nel suo aspetto esistenziale come cerchio della vita che si conclude nel suo epilogo circolare. Un ritorno a dove si è partiti, alle proprie origini. Radici che affondano nell’eterno Nostos della nostra anima.
Si ringraziano per la sentita partecipazione la prof.ssa Pina Basile, Presidentessa dell’Associazione culturale “DANTE ALIGHIERI” , il poeta Nicola Vacca e il direttore artistico Giuseppe Mascolo.