di Stefania Romito
Carissimi amici del gruppo, oggi ho l’immenso piacere di intervistare un “imprevedibile” scrittore italiano, promotore dagli anni ’80 del nuovo futurismo e per una nuova poetica prossima al futurismo, al connettivismo e al transumanesimo: Roberto Guerra.
Roby Guerra, come ama farsi chiamare, è uno scrittore poeta che ha all’attivo diverse pubblicazioni tra romanzi di fantascienza e saggi. Come blogger, dal 2008, cura la rivista on line Futurismo 2009, il blog “Nuova Oggettività” per il movimento culturale omonimo a cura di Sandro Giovannini, Gianfranco Lami e altri e ha curato, dal 2009 al 2012, la guida Controcultura per SuperEva. Insieme a Pierfranco Bruni, scrittore, saggista e direttore archeologo del Mibact (Ministero dei Beni Culturali), ha curato la stesura di “Futurismo Renaissance”, una ricognizione a 360° sul futurismo contemporaneo, tornato alla ribalta in tutto il mondo dopo la grande mostra retrospettiva allestita al Guggenheim Museum di New York nel 2014. Un altro suo interessantissimo lavoro dato alle stampe di recente è “Romantronica”, un libro poetico e aforistico dedicato a Davide Bowie, la grande icona del rock recentemente scomparsa.
Per me è un grande onore poterti intervistare, Roberto. Tu sei uno scrittore, poeta e saggista, oltre ad essere esponente del movimento artistico-letterario di stampo transumanista/transfuturista. Ci vuoi spiegare brevemente quali sono le peculiarità di questo “movimento”?
A partire dal duemila soprattutto in Italia si osserva, per chi vuole vedere, un oggettivo ritorno del futurismo vivente ed operativo. Protagonisti sono pochi gruppi molto attivi nel web e proprio la rivoluzione di Internet è alla base ed ha favorito tale ultima e nuova stagione del futurismo storico stesso aggiornato. Alla luce delle sue anticipazioni confermate dal divenire storico. Certa costante pubblicistica anche editoriale lo attesta, anche a notevoli livelli editoriali. Segnalo in tal senso tra i protagonisti e tale già biobliografia (minima), Vitaldo Conte con “Pulsional Gender Art” (Avanguardia 21, Roma) sull’arte estrema e futurdada contemporanea di fine secolo e inizio duemila; Riccardo Campa (ala futuristica sociale o transumanista) con “Mutare o Perire” (Sestante edizioni, rivista Divenire) e “Trattato di filosofia futurista” (Avanguardia 21); lo stesso filosofo transumanista Stefano Vaj (post nuovi filosofi postmoderni, Lyotard, Baudrillard, Delouze…) con “Biopolitica… (La Carmelina); Antonio Saccoccio con Manifesti Netfuturisti (ala netfuturismo, digitale doc) e a cura (con il sottoscritto) per “Marinetti 70. Sintesi della critica futurista (Armando editore, Roma); il sottoscritto con, tra altro, “Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti (Armando editore, Roma) (ala letteraria. e “elettronica”). Posfuturismo oggi (a suo tempo a cura di E. Benedetto, ancora negli anni ’70-90) la nuova cosmopittura di Antonio Fiore Ufagrà sintetizzata anche nel volume Gepas “Dal neofuturismo agrà alla cosmopittura”.
Quest’anno un ebook a nostra cura con Pierfranco Bruni ha fatto un bilancio tra neofuturismo, nuove avanguardie e futuribile: con Futurismo Renaissance… (D-Editore): tra i numerosi autori, ricordo a memoria, oltre a quelli futuristici stretti citati pocanzi, gli stessi futuribili Zoltan Istvan (celebre futurist americano), A. Autino, E. Cecconi, R. Paura, E. Pilia, i “geopolitici” C. Rocchio, Luca Gallesi e Mauro Biuzzi, G. Sessa, Luca Siniscalco, Lorenzo Barbieri.., gli artisti D. Foschi, A. Gaeta, M. Centonze, Daco, gli scrittori J.C. Casalini, S. Giovannini, le scrittrici o pittrici M. Blindflowers, Grazia Scanavini, Sylvia Forty, Vanessa Pignalosa, Tina Saletnich e la sociologa e scrittrice transumanista Ada Cattaneo. Riassumendo, per lo specifico cosiddetto futurista o transumanista, a mio parere, gli stessi futuribili Zoltan Istvan (celebre futurist americano), Sandro Battisti (Premio Urania per la fantascienza), Riccardo Campa, Antonio Saccoccio, Vitaldo Conte, Pierfranco Bruni (eclettico incredibile, critico scrittore e saggista anche del Mibact), ecco per la maggiore complessità e percorsi conoscitivi e – o diversamente accademici, indicano per il futurismo o il transumanesimo la mappa principale di riferimento critico-storico-culturale attuale.
Hai pubblicato diverse raccolte poetiche d’avanguardia, molti saggi futuribili e racconti di fantascienza. Ricordiamo: “L’Ariosto sulla luna”, “Opere Futuriste Complete”, “Futurismo per la nuova umanità”, solo per citarne alcune. La tua bibliografia è davvero molto complessa e interessante. Il 6 giugno scorso hai pubblicato l’ultima tua opera dal titolo “Romantronica” edita da NETtarg.
Una silloge dedicata al grande artista pop David Bowie. Un libro poetico e aforistico che tende ad esaltare il Bowie futurista. Quali aspetti di questa icona della musica rock tendi a celebrare e in che modo?
Il nuovo futurismo – per forza di cose – non ultimo certo ideologismo o passatismo presentista ancora prevalente in Italia, essenzialmente artistico digitale, criticamente parlando si muove in certa rotta cosiddetta d’arte sperimentale. Il transumanesimo è essenzialmente “scientifico” e sociologico. In effetti, proprio David Bowie, il duca bianco elettronico da 1984 (Station to Station) a Heroes.. a Blackstar, l’alieno o marziano di Space Oddity, Life on Mars, Ziggy Stardust, testimonia l’icona futurista più persuasiva del nostro tempo. Con gli stessi Kraftwerk, padri della musica elettronica. David Bowie ha sempre “ispirato” la mia poetica. Molti miei testi sono nati, in piena notte, con il sound di Bowie nelle cuffie. Se la poesia sopravviverà in futuro, Bowie e figure simili, la fantascienza ad esempio, provenienti più ormai dalla pop o cibercultura del nostro tempo sono i modelli oggi ben più viventi e credibili della letteratura dei secoli precedenti, per fare la nuova poesia dell’era scientifica e cibernetica. Oppure Bowie stesso, in ogni caso, come magari gli stessi Syd Barrett e Jim Morrison, in realtà …attingevano da certa grande arte o parola postromantica, da Keats e Blake a Wilde e Dante Rossetti fino a Rimbaud e Baudelaire, Valery, tra altri. “La poesia che salva il mondo” è ridicola, come segnala certo trend passatista soprattutto in Italia, analfabeta dal punto di vista scientifico e ultracasta, ostile al futuro e la scienza. La poesia crea, invece, il mondo e il reale attraverso l’infinito e il transfinito delle parole forti di ogni epoca.
La tua è una poesia fresca e sperimentale, com’è stata definita nella Prefazione scritta da Mary Blindflowers. Versi ricchi di metafore che determinano un ritmo ammaliante teso verso l’elettrico, il frizzante, il ciberspazio, l’essenza ultima, la bellezza delle cose. Come tendi a rappresentare l’universo femminile in questa tua suggestiva silloge?
Sì, il testo contiene diverse poesie “squisitamente” al femminile, ispirato dalle varie Mary Shelley, Valentine de Saint Point, Moana Pozzi, anche Brigitte Bardot e Marilyn Monroe, oppure da L. von Salomé, M. Bonaparte, M. Klein, Luce Irigary… Quell’intelligenza superiore femminile che chiamiamo tradizionalmente intuizione, caratterizzata da erotismo e creazione anche imprevedibile, persa nella pseudomodernità da certo femminismo ideologico che anziché cantare la sublime differenza femminile, a parte i legittimi diritti giuridici di uguaglianza in tal senso, si è poi autocastrato in dinamiche alienate e di automazione dell’anima e del piacere. La grande letteratura e l’arte femminile, mi ha sempre più convinto del sociologismo militante, genera le veredonne libere. Fin dal mito e dalle fiabe, da Lilith a Biancaneve.
Nel capitolo dedicato a Bowie, la sua poetica viene analizzata e messa in relazione a una certa matrice romantico futurista e alla tua recente svolta postfuturista in direzione del Metateismo, non è così?
Come già accennato, Bowie viene dal pop, ma era anche un artista totale, tra musica, performance, spettacolo, fantascienza, come nell’ideale del Rinascimento. Il metateismo di Davide Foschi ha rimesso al centro del fare arte nel duemila, le origini della modernità, come noto, per shock del futuro e ritardi psicosociali sconcertanti tra futuro possibile e desiderante post rivoluzione scientifica, elettronica e delle avanguardie storiche soprattutto (a parte la musica elettronica e certa Pop Art) e lo stato delle cose politico-economiche e culturali stesse, semplicemente di psicologia collettiva anche, in regressione neomedievale e neoprimitiva. Oltre il novecento stesso, nuovi orizzonti sono fondamentali. Il metateismo ha innestato nel discorso della modernità artistica uno “star gate” essenziale, l’archetipo e lo stile di Leonardo da Vinci ed il Rinascimento storico, finora latente nelle cosiddette avanguardie e-o nell’arte contemporanea.
Quali sono gli aspetti in comune tra il neofuturismo e il Metateismo?
Anche Davide Foschi e il Metateismo attraversano esplicitamente le avanguardie storiche, futurismo ed astrattismo alla Kandinsky in particolare. Il tempo del secolo degli esperimenti è in certo senso finito, oggi ha senso solo come modulazione “secondaria”. Entrambi i “movimenti” puntano, per la dimensione estetica cosiddetta, a generare nuovi orizzonti virtuosi, come direbbe Nietsche.., un ritorno “atemporale-aspaziale” alla nuova bellezza del XXI secolo, contro il manierismo e anche le mistificazioni prevalenti. Lo stesso Sgarbi indica da anni direzioni simili per la nuova arte italiana, come poi la fantascienza e certa musica in generale. Oggi cantiamo (poco importa se con la sola voce, la sola parola, il solo colore, il solo pixels elettronico) la bellezza e la creatività come matrice della mente umana, possibilmente comunicativa e non più criptica. L’uomo tardomoderno ha trasformato la propria Anima in una macchina. L’uomo postumano nascente innesta cuore anima volontà di bellezza nel mondo computer, persino nei computer!
Eppur si ama, eppur si muove, nonostante certa “decadenza” del nostro tempo. Proprio Internet e la complessità del duemila, ci segnalano come materia prima e “azzurra” per tale obiettivo, la storia come una specie di time machine: dai graffiti al computer alle nuove terre gemelle distanti milioni di anni luce, bellezza e libertà, danno sempre senso al miracolo scientifico del big bang e della vita nell’universo, ovviamente anche sul pianeta Terra.
Ti ringraziamo tantissimo, Roberto, per averci proiettato in una dimensione futuristico-romantica con la tua attività letteraria, saggistica e poetica, e soprattutto con questa tua ultima opera dal titolo estremamente evocativo: “Romantronica”. Prima di congedarci, mi piacerebbe offrire ai nostri lettori una meravigliosa poesia contenuta all’interno di questa suggestiva raccolta poetica. Un componimento lirico che forse meglio fra tutti rappresenta questo nuovo tipo di romanticismo che potremmo definire “elettronico”, ma allo stesso tempo interstellare, cosmico. Grazie per aver dato avvio ad un nuovo appassionante tipo di sperimentazione: quella della nuova bellezza dell’era informatica.
La nuova Eva
crisalide d’aurora la nuova eva
quarzo di seta la luna nuova
vestita d’aurora spogliata di luna
quarzo di luna d’aurora di seta
dal cyberspazio bozzolo gemma
la nuova eva farfalla
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