COSENZA
PIERFRANCO BRUNI PER IL SUO PIRANDELLO NON ACCETTA DIBATTITO. COSÌ È SE VI PARE. LO HA DETTO INIZIANDO LA SUA LEZIONE. QUESTO È PIRANDELLO. LE ALTRE INTERPRETAZIONI NON MI INTERESSANO. FORTE, CORAGGIOSO E ALLA PIRANDELLIANA MANIERA.
Interessante Lectio Magistralis di PIERFRANCO BRUNI a Cosenza nel salone elegante e storico della Accademia Cosentina. I lavori sono stati introdotti dallo storico stimatissimo Coriolano MARTIRANO.
La lezione di BRUNI ha rotto tutti gli schemi di certa critica considerata consolidata sugli studi di Pirandello. Già con la sua riflessione iniziale si è capito che il Bruni Pirandello andava verso una strada complessivamente diversa sia della storiografia scolastica sia da quella detta “accademica”.
Pirandello nasce come un autore anti Euripide. Ha esordito Bruni. Il concetto di madre è l’opposto di una singolare visione di Medea. Ha definito Pirandello il primo drammaturgo che inserisce la cultura araba nel Novecento della tragedia attraverso il mistero e la pietà.
«In Pirandello non può esserci canto della pietà senza la melanconia dell’erranza di Ulisse e di Dante» ha detto Bruni «perché l’esilio è viaggio errante e non è vero che sempre si debba avere il ritorno». Pirandello è Dante sono un Lectura costante della finzione. La sua letteratura, ha detto sempre Bruni, nasce dal mistero e dalla follia. Parlando del Pirandello che aderisce al fascismo ha sottolineato: «È proprio strumentale la lettura che ne fa Sciascia quando afferma che Pirandello è stato fascista ma la sua opera no. Con chi pensano di discutere questi signori che non considerano l’opera di Pirandello non fascista? L’opera di Pirandello è una filosofia del fascismo non ancora nato.
Pirandello nasce filosoficamente prima che il fascismo ci fosse. Ed è stato lui a tracciare al fascismo un Progetto culturale. Pirandello è filosofo pre gentiliano e fascista. Così la sua opera magistrale. Gramsci di Pirandello non aveva capito nulla. Come De Castris. Come Asor Rosa. Uno dei massimi lettori veri di Pirandello è stato Corrado Alvaro.»
La serata e la relazione, senza repliche (nel senso che Bruni non ha voluto dibattito o domande alle quali rispondere, non ha voluto che si aprisse il dibattito) sono state molto apprezzate come quando ha messo il evidenza il legame amoroso con Marta Abba. Bruni, da Camus ad Alvaro, da Cristina Campo a Goldoni, da una visione nicciana a De Filippo, ha passato in rassegna tutta la sua esistenza su un intrecciare una chiave di lettura che non è quella usuale di Pirandello. Ha disegnato un Pirandello completamente “altro” rispetto a quello conosciuto. Brillante, autentica e originale la sua interpretazione. Nuova anche l’idea di non accettare confronti. Come per dire questo è il (mio) Pirandello. Punto. Nulla di discutere.
Pirandello non ha mai rinnegato nulla. Le sue radici, il suo mondo arabo, la sua germanesità, la sua grande storia con Marta e neppure il suo essere stato fascista nel Regime dal 1924.