di Stefania Romito
Carissimi amici di Ophelia, è con grande piacere che vi presento Gabriele Poli, autore di un bellissimo libro che affonda le sue radici nel magico Sud America 🙂
Ciao Gabriele, benvenuto nel nostro gruppo! Tu sei un grande esperto e un profondo conoscitore della cultura peruviana. Nel 2000 pubblichi un interessantissimo libro dal titolo “Magie delle Ande” nel quale racconti la tua straordinaria esperienza di vita attraverso un viaggio nella cultura e nelle tradizioni andine, mentre di recente hai dato alle stampe un avvincente romanzo dal titolo “Il tesoro di Tupac Amaru “. Prima di parlare di questo tuo ultimo lavoro letterario mi piacerebbe chiederti come nasce questa grande passione nei confronti della cultura peruviana.
Nasce per caso. Esattamente da un’inaspettata vincita al Totocalcio e da un overbooking aereo. Mi spiego. Nel lontano 1981, mentre ero militare, vinsi una somma al totocalcio, piccola, ma sufficiente per realizzare il viaggio in Messico che sognavo da tempo. Così, terminato il servizio militare, mi recai presso un’agenzia di viaggi e prenotai il biglietto aereo per Città del Messico. Non vi era disponibilità di posti, ma mancava ancora un mese alla partenza, pertanto non sembrava un problema. Tuttavia, pochi giorni prima del volo l’agente di viaggio mi disse che, purtroppo, l’overbooking era mantenuto e non ci sarebbe stata disponibilità per almeno un altro mese, così mi propose un biglietto per Lima, in Perù di lì a tre giorni. Sempre di America Latina si tratta, pensai, così lo presi. E la mia esistenza cambiò. Conobbi persone importanti per la mia vita che mi accompagnarono a conoscere la realtà andina, sconosciuta al turista e mi innamorai di quella terra.
Quali sono gli aspetti che ti hanno colpito maggiormente visitando il Perù e che hai voluto rappresentare e approfondire nei tuoi libri?
Il Perù è un paese bellissimo, affascinante e ricco di storia: gli Incas costituiscono solo l’ultima civiltà prima dell’invasione spagnola. Pensa che nel paese andino sono esistite civiltà antiche perlomeno quanto quelle mesopotamiche, indiane e cinesi. Ma forse ciò che più mi ha colpito sono i colori e la gente delle montagne, umile, pacata eppure orgogliosa di un passato mai dimenticato. Nei miei libri, ho cercato di entrare nel non facile mondo andino, di narrare con gli occhi di un occidentale la vita semplice di quelle genti, con le loro abitudini, i loro credo fatti di sincretismo fra religione inca e Cattolica, l’esistenza nei villaggi con il loro medico della medicina antica, lo sciamano o curandero, come lo chiamano.
E ora parliamo del tuo bellissimo romanzo “Il tesoro di Tupac Amaru”. Un libro estremamente avvincente e appassionante in cui la fantasia si intreccia con la realtà storica. Un romanzo che sarebbe riduttivo definire di avventura, non è così?
Si tratta sicuramente di un libro di avventura, però come dici non è solo questo. Direi che è pure un thriller, un romanzo storico, ma anche contemporaneo in cui si intrecciano intimamente due epoche storiche ben definite: quella del XVIII secolo e l’altra del XX, tra l’Italia, la Polonia, la Spagna e, naturalmente, il Perù.
Nel romanzo un antico segreto emerge dal passato e conduce i protagonisti sulle tracce di uno strumento misterioso inca: il quipu. Senza rivelare troppo della trama, vuoi spiegare di che si tratta e qual è il suo ruolo nella storia?
Il quipu è un antico strumento inca, fondamentalmente un calcolatore di merci, alimenti, forze militari, ecc. Ma esisteva anche un altro tipo di quipu, quello fonetico: si tratta di veri e propri libri scritti non con il nostro alfabeto, bensì con un intreccio di corde e nodi. Purtroppo, di questi ultimi ne sono stati ritrovati molto pochi e, soprattutto, manca ancora la chiave per interpretarli. Spero che in futuro si abbia la fortuna di scoprire questa chiave, come è avvenuto per la famosa stele di Rosetta che ha permesso di decifrare i geroglifici egizi. La storia inizia proprio con la reale scoperta di un quipu fonetico nel 1946 nella Polonia comunista. Ma cosa ci faceva in quell’epoca un antico strumento inca oltre la Cortina di Ferro? La spiegazione è che chi rinvenne il quipu fu il presidente del Partito Democratico polacco, vale a dire il partito comunista, che era realmente diretto discendente dell’ultimo re inca Tupac Amaru, decapitato nella piazza principale di Cusco nel 1572. Tre italiani, uno studioso del Perù, un imprenditore e la discendente di una cortigiana veneziana del XVIII secolo, seguono le tracce del quipu “polacco”, nella speranza di scoprire la chiave per interpretarlo e, successivamente, arrivare a ritrovare la mappa del tesoro che lo strumento inca pare racchiudere. Inizierà per loro un percorso ricco di avventura, di esaltanti emozioni e cocenti delusioni, ma pure di sofferenze e terrore.
Il tesoro di Tupac Amaru è una pura invenzione letteraria?
No. Tutto ciò che è stato possibile documentare è realtà. Prima di scrivere il romanzo, ho studiato per vari anni, recandomi nei diversi paesi protagonisti della storia, spulciando nelle biblioteche, nei documenti della Compagnia delle Indie, intervistando storiografi e letterati, parlando con la gente dei villaggi, entrando nelle carceri. Naturalmente, dove la documentazione storica non può arrivare, entra l’invenzione letteraria, sempre tuttavia compatibile con il contesto e le epoche trattate nel libro.
Altra importante tematica trattata è quella relativa al terrorismo. I guerriglieri tupacamaros giocano un ruolo di primo piano nel romanzo, ce ne vuoi parlare?
Negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, in Perù hanno imperversato due movimenti terroristici, Sendero Luminoso e MRTA (Movimento rivoluzionario Tupac Amaru). Il primo di stampo maoista, il secondo guevarista. Nel romanzo, soprattutto il MRTA ha un ruolo di primo piano, infatti i protagonisti italiani del libro si troveranno, con terrore, ad avere a che fare con i “tupamaros”. Tutto quello che racconto riguardo al MRTA è reale: per scrivere il romanzo ho visitato più volte le carceri di massima sicurezza del Perù, dove sono ancora rinchiusi i dirigenti massimi del movimento rivoluzionario, i quali mi hanno accolto con interesse, lasciandosi intervistare a fondo.
Per i tuoi prossimi lavori letterari prevedi di cambiare genere e ambientazione, oppure di proseguire su questo filone?
Il prossimo romanzo è già in cantiere e sarà la continuazione de Il tesoro di Tupac Amaru.

Grazie Gabriele, ti ringraziamo per averci proiettato in questo affascinante mondo intriso di storia, arte e cultura. Ci hai fatto venire voglia di salire su un aereo e volare in Perù… Grazie ancora per le meravigliose emozioni che ci hai donato!
(Questa pubblicazione è di proprietà del Blog, ne è vietata ogni riproduzione senza l’autorizzazione del titolare. Diventa anche tu follower del Blog!)