di STEFANIA ROMITO
Ciao Raffaele, tu sei un ingegnere gestionale con una grande passione nei confronti della scrittura. Esordisci nel panorama editoriale nel 1999 con due racconti di fantascienza che vengono pubblicati su due antologie abbinate al “PREMIO LETTERARIO GIAMMARIO MARRADI” indetto dal Centro Giovani Casalotti di Roma. Successivamente pubblichi altri racconti di fantascienza, come Front Notes e Tartan, che vengono pubblicati su altre antologie e siti on line. Cosa hanno in comune questi tuoi primi racconti?
Sicuramente il tema fantasy o più prettamente fantascientifico. Il mio genere di racconto è quello di tipo surreale tecnologico, il quale però, ha sempre un certo contenuto di significato e fa capo a fenomeni che prendono spunto dalla realtà, sia quella ordinaria che quella legata ad aspetti più propriamente particolari.
Nel 2015 pubblichi il tuo primo romanzo come membro del collettivo GRUPPO 9 intitolato Hyde School (Homo Scrivens). Parlaci del GRUPPO 9 e di cosa significa farne parte.
L’esperienza della scrittura collettiva è molto importante per un autore, soprattutto per un esordiente che si vuole affacciare sul panorama letterario. Produrre un’opera fine a se stessa ha poco senso, un po’ come cantarsela e suonarsela da soli. L’esperienza del collettivo letterario, invece, è una validissima occasione di confronto con altre persone cui si è accomunati dalla medesima passione. Il collettivo GRUPPO 9 è il più numeroso d’Italia, visto che vanta, ogni anno, dalle dieci alle venti o oltre persone, quindi la bravura dell’ottimo coordinatore Gianluca Calvino sta proprio nel fungere da perfetto collante fra persone con le più svariate idee e ispirazioni. A condizione ovviamente che ciascun membro abbia il buon senso di amalgamarsi in un contesto e guardarsi come parte di un insieme e non come nucleo isolato.
Gli incontri del GRUPPO9 presso la libreria Mondadori di Pompei (laboratorio di scrittura HOMO SCRIVENS) sono occasione non solo per scrivere ma anche per vivere simpatici e piacevoli momenti di incontri di tipo goliardico e spesso eno-gastronomici (visto che ognuno porta qualcosa di mangereccio).
Quali sono le principali tematiche che tendi a sviluppare in Hyde School?
La tematica alla base di GRUPPO9 riguarda un genere prettamente noir, con le sue differenti sfaccettature. Hyde School è stata la mia prima esperienza con GRUPPO9 ed ho un ruolo un po’ marginale. Fummo, infatti, divisi in coppie di persone e ogni coppia doveva produrre un personaggio dalla doppia identità (candida di giorno e oscura di notte) come il Signor Hyde del famoso romanzo di Stevenson. Ogni membro della coppia specifica poteva dar voce, a seconda dei casi, alla parte buona o cattiva del personaggio. Il tutto sullo sfondo di una cinica e cupa Londra.
Con diversi racconti, tra cui Technology, ti sei aggiudicato alcuni premi letterari. Ce ne vuoi parlare?
Technology è un racconto avantpop per ben due volte finalista a prestigiosi premi quali il Premio Letterario ZENO edizione 2015 e il Premio Internazionale MICHELANGELO BUONARROTI (con pubblicazione nell’antologia dedicata), nel mese di novembre 2017, rispettivamente patrocinato dalla Provincia di Salerno e organizzato dall’Associazione Culturale ARTE PER AMORE (Seravezza –LUCCA). Con un altro racconto intitolato FIRM REALITY, invece, sono arrivato primo classificato al Premio RACCONTI CORSARI 2015 organizzato dall’Associazione Parole e Musica ONLUS di Borgaro Torinese. Il racconto venne pubblicato nell’antologia abbinata al premio intitolata PICCOLE MANIE (Eris edizioni – Torino). Inoltre con altri racconti, tra l’horror e la fantascienza, dai più svariati titoli come L’AUTO ACCANTO, MR. SOMMERS E IL VOGUE, LATI OSCURI mi sono aggiudicato un posto nelle antologie ESECRANDA 2014 e 2016 riguardanti l’horror e 2015 riguardante la fantascienza a cura del circolo culturale ESESCIFI. Lo stesso per racconti due horror intitolati rispettivamente BATTIGIA e PICCOLO JACK sono rientrato nelle antologie ORRORE AL SOLE 2017 e HALLOWEEN ALL’ITALIANA a cura di Letteraturahorror.it.
Altri miei racconti brevi sono presenti in varie antologie edite da HOMO SCRIVENS (Napoli), come:
- DEI TRENTA E PIU’ MODI DI PERDERE L’OMBRELLO (2014) col racconto fantasy Tartan
- INFINITO PRESENTE (2015) col racconto di fantascienza Futuro nel cyberspazio
- NANORACCONTI e TUTTE L E STORIE DEL MONDO (rispettivamente 2015 e 2017), due antologie contenenti racconti mignon di vari autori di massimo 250 battute/racconto (da un’idea del mio amico scrittore Pietro Damiano).
Infine volevo fare riferimento a quattro miniracconti pubblicati, come autore della scuola Homo Scrivens, sul quotidiano IL ROMA per il ciclo RACCONTI D’ESTATE. I titoli L’UOMO COL CAPPELLO NERO, FUTUTO NEL CYBERSPAZIO, LE NOTE DI BARICCO, ALMENO TRE COSE CHE SO DI CHARLES E CARL .
Di recente pubblicazione è Il paradosso di Schrödinger (Homo Scrivens). Un romanzo di fantascienza avant-pop che ottiene subito degli importanti riconoscimenti, non è così?
Assolutamente sì. Inizio col menzionare il fatto che il romanzo uscì ufficialmente il 25 ottobre 2016, due giorni dopo il mio matrimonio. Per la particolare occasione mia moglie mi propose di chiedere all’editore una stampa in edizione limitata, con copertina e ornamenti interni ed esterni a tema matrimonio, da regalare come bomboniera alla nostre nozze. Subito dopo, durante il nostro viaggio di nozze, abbiamo avuto occasione di visitare, tra l’altro, la prestigiosa Università di Vienna dove insegnò il fisico austriaco premio nobel nel 1933 Erwin Schrodinger e dove mi è stato concesso il grandissimo onore di poter fare dono di una copia del mio romanzo alla biblioteca. Sul sito relativo a quest’ultima è catalogato il romanzo: http://ubdata.univie.ac.at/AC13383280
Proprio il giorno seguente venni a conoscenza che il romanzo era in finale all’edizione 2016 del premio internazionale MICHELANGELO BUONARROTI (Seravezza – LU), a cui lo avevo iscritto, seguito a ruota dal Premio GOLDEN BOOKS 2017 (Napoli) e poi dal PREMIO CITTA’ DI GROTTAMMARE 2017. Quest’ultimo aveva come presidente della giuria lo scrittore, poeta e saggista Franco Loi e il giudizio finale della commissione è stato: “Romanzo originale che tratta di vari argomenti non esclusivamente fantasy ma induce alla riflessione. Coinvolgente e nuovo, l’autore dimostra padronanza della materia e capacità espressive di buon livello. Fra le opere più originali.” In ultimo, di recente, è stato in prima finale al premio letterario ZENO 2017, avente come presidente di giuria lo scrittore Diego Silva. Ho avuto anche il grandissimo piacere di presentarlo nell’ambito di svariate interviste radiofoniche e, in ultimo, ma non meno importante, che lo stesso abbia suscitato l’interesse di un professore che insegna italiano in una scuola a Giannina in Epiro, il quale ne ha richiesta all’editore una copia in visione.
Il fisico austriaco Erwin Schrödinger dimostrò i limiti della fisica quantistica con un esperimento che passò alla storia con il nome di “Il paradosso del gatto”. Con questo esperimento dimostrò che anche il sistema macroscopico (che nel suo esperimento era legato al destino del gatto) risultava regolato da leggi probabilistiche. Come viene applicato il principio di Schrödinger nel tuo romanzo?
Nel mio romanzo questo principio è alla base di quella che poi sarà la teoria del fisico Hugh Everett III riguardo l’esistenza del multiverso.
Cosa è il paradosso di Schrodinger? È un concetto di meccanica quantistica introdotta dal fisico austriaco Erwin Schrodinger premio nobel nel 1933 finalizzato a dimostrare che il principio classico della meccanica quantistica di un sistema fisico in coesistenza di molti stati finchè non lo si osserva poteva avere delle ripercussioni paradossali considerando l’interazione tra il mondo microscopico e il mondo macroscopico.
Secondo l’approccio classico della meccanica quantistica (interpretazione di Copenaghen) in determinate condizioni lo stato quantico di un sistema fisico non può essere descritto singolarmente, ma solo come sovrapposizione di più sistemi.
Riporto testualmente un estratto dalla premessa al mio romanzo:
“L’interpretazione di Copenaghen, contestata da Schrödinger, si fondò sull’approccio “ortodosso” che tutte le probabilità possano esistere come funzione d’onda fino a che non intervenga un osservatore a farla collassare, rendendo valida una e soltanto una delle stesse.
L’esperimento mentale consisteva nel considerare una scatola, separata in due comparti da un setto a reticella. Uno dei due sarebbe stato occupato da un gatto vivo, l’altro da un dispositivo diabolico, consistente in un contatore geiger collegato elettricamente a un meccanismo di apertura che reggeva un martello pendente su di una fiala contenente cianuro. Nel momento in cui il contatore geiger avesse rilevato il decadimento di un atomo da una sostanza radioattiva cui fosse a contatto avrebbe inviato un segnale elettrico al meccanismo che sosteneva il martello, provocando la caduta di quest’ultimo che, cascando sulla fiala, l’avrebbe rotta e il cianuro sarebbe fuoriuscito, così il gatto, esalandolo, sarebbe sicuramente morto.
Un atomo decade quando emette delle radiazioni durante il passaggio da uno stato instabile a uno più stabile. Sapendo che vi è un possibilità del 50% che l’atomo decada nell’arco di un’ora, possiamo stabilire di avere le stesse probabilità di trovare il gatto vivo o morto.
Se nell’arco di un’ora il sistema è tenuto chiuso, in quello stesso frangente di tempo, se non si osserva esplicitamente il comportamento dell’atomo radioattivo, quest’ultimo si trova in una sovrapposizione di stati, ovvero è sia decaduto che non decaduto e rimarrà tale finché qualcuno non osserverà il suo stato, causando il cosiddetto “collasso della funzione d’onda”, vale a dire la constatazione dello stato effettivo in cui l’atomo si trova, venendo meno la condizione della sovrapposizione degli stati stessi.
Immaginando di applicare lo stesso concetto al sistema macroscopico (gatto + dispositivo con martello e fiala), a scatola chiusa, dovremmo avere il gatto sia vivo che morto, in funzione di un contatore geiger che rileva e non rileva l’atomo radioattivo decaduto e non decaduto e quindi di una fiala rotta e allo stesso tempo integra.
Da questa osservazione nasce il “paradosso del gatto di Schrödinger”, col quale il fisico austriaco era volto a dimostrare che, a livello della ordinaria realtà macroscopica, il concetto di sovrapposizione degli stati della meccanica quantistica, valido a livello microscopico, non è applicabile”
Il principio viene concretizzato a mezzo di un impianto di tipo quantistico che consente ai suoi utenti di ritrovarsi fra due specchi, quindi al centro di infinite possibilità di essere e di potere scegliere, fra le infinite loro immagini quella di cui preferirebbero vestire i panni, generando una realtà alternativa virtuale e accessoria in cui possono sostituirsi a un proprio alter ego, con tutti i pro e tutti i contro. Nel momento in cui hanno accesso alla realtà in oggetto, però, il sistema riconosce loro stessi come fruitori di una realtà presa a prestito da uno dei loro alter ego. Se le circostanze intorno (sempre piuttosto favorevoli) li portano a mutare nell’effettivo titolare di quella realtà, il sistema è costretto a bloccarli, in procedura di sicurezza, per non doverli addirittura eliminare, in loop per avere dati discordanti fra chi è entrato e chi è stato sostituito.
La trama base è la seguente:
Taylor Donovan è un giovane, geniale, ma incompreso ricercatore universitario, fidanzato, per giunta, con una ragazza ambigua.
Quando il professor Weaver gli affida una chiave, prima di suicidarsi, Donovan si ritrova in un laboratorio in cui un misterioso impianto di tipo quantistico permetterà a lui e ai suoi compagni di avventura di realizzare il paradosso di Schrodinger e viaggiare in realtà parallele. Compagni di viaggio di Donovan sono l’affascinante contabile Nelly Lonegan e lo squattrinato scrittore Derek Sinberlin. Riporto, inoltre, uno stralcio dalla valutazione della editor Valentina Bartoli dell’agenzia di Napoli TALENTO LETTERARIO:
“Storia avvincente e intricata, costruita a mo’ di scatole cinesi, che, partendo dalla conoscenza meccanico-quantistica della realtà, ne elabora una versione artistica interessante. Una serie ben ideata di personaggi minori tesse poi, insieme ai tre principali, una trama molto fitta che sa catturare l’interesse del lettore e induce lo stesso a riflessioni di vita importanti sulla gestione del proprio tempo visto in termini di possibilità alternative. Il tema affrontato è attuale, perché, per le tecnologiche descritte, che rendono realizzabili determinate condizioni, tocca con mano lo scottante dibattito sul confronto tra vita reale e realtà virtuale, ma allo stesso tempo ha una natura storico-filosofica, per le implicazioni esistenziali di eterno valore che mette in evidenza, quando parla di scelte possibili. La vicenda risulta inoltre ben costruita, con un mix esplosivo di azione, suspense, passione, amore, vendetta, tradimento, rivalsa, indagini, riconciliazioni e riflessioni zen” La recensione della giornalista e conduttrice radiofonica Clementina Sasso di RadioChip, invece, è stata la seguente: “Non sono una critica letteraria e chiedo scusa se questo mio tentativo di recensire il libro di Raffaele Formisano sarà davvero elementare. “Il paradosso di Schrödinger” mi è davvero piaciuto e voglio lasciare le mie impressioni all’autore, sperando gli faccia piacere.
Sono appassionata dei romanzi di Ken Follet e Ildefonso Falcones (per citarne alcuni) e questo libro mi ha piacevolmente riportato alle storie di questi autori: intrecci, thriller, suspense, velocità e fantasia. Un mix che spinge a divorare le pagine con la voglia di sapere cosa succederà, fino alla fine.
Il filo conduttore è la fisica quantistica, con concetti e teorie senza dubbio difficili da trattare in un libro che si rivolge al grande pubblico. Eppure Raffaele riesce ad usare il linguaggio corretto e senza nemmeno la pretesa di renderlo troppo semplice, lasciando che i concetti si esplichino da sé attraverso gli accadimenti della storia stessa. Insomma, non pretende di trattare argomenti complessi con una semplicità che li sminuirebbe e ne farebbe perdere la serietà ma usa la storia stessa per rendere i concetti base, accessibili a tutti. C’è anche spazio per la morale: accettare la realtà in cui siamo e cercare di migliorarla senza rifugiarsi nell’illusione, che io ritengo sia davvero il segreto per la felicità. In questo concetto ci ho scorto qualcosa di Borges, in particolare dal racconto “Gli immortali” da “L’Aleph”. Nessuno è unico: siamo solo una combinazione più o meno casuale di stati e se fossimo immortali saremmo allo stesso tempi tutti. E nessuno.” (Fonte: http://www.aucelluzzo.it/recensione-de-il-paradosso-di-schrodinger-di-raffaele-formisano/)
Taylor Donovan, il giovane ricercatore protagonista del tuo romanzo, viene in possesso di una chiave che gli permetterà di realizzare il paradosso di Schrödinger e viaggiare in realtà parallele. A quali altri principi di carattere scientifico ti sei ispirato per l’ideazione di questo appassionante intreccio?
Il principio base è quello classico della meccanica quantistica di Niels Bohr e Werner Karl Heiseberg denominato interpretazione di Copenaghen (in onore ai lavori svolti dai due fisici nella capitale danese), visto che nel 1927 vi fu un convegno a livello internazionale (svoltosi a Como, in Italia) cui vi presero parte tutti i maggiori fisici del nostro pianeta. In quell’ambito furono introdotti concetti di meccanica quantistica come quello di cui si parlava prima, i quali sono i medesimi che, di rimando alle contestazioni di Schrodinger e alcuni altri scienziati, il più dei fisici scelse di seguire e che rappresentano i fondamenti delle materie scientifiche oggi conosciute. Già di per sé sono concetti piuttosto complicati, tanto che spesso, leggendo il primo capitolo, il lettore può restare un attimino interdetto, fattore, però, che, come confermatomi da chi lo ha letto, scompare ben presto, per seguire una narrazione fluida ed esplicativa.
Ritieni di aver ideato una trama “verosimile”, scientificamente parlando, oppure sei del parere che in un romanzo di fantascienza il principio di verosimiglianza possa anche essere disatteso al fine di privilegiare altri aspetti peculiari di questo genere letterario?
Il concetto di verosimile è un concetto molto particolare. Io porto spesso l’esempio del grande Jules Verne, il quale dopo la metà dell’800 pubblicò romanzi in cui figuravano invenzioni non ancora esistenti. Molti dei suoi lettori giudicavano i suoi scritti come pura fantasticheria. A lungo andare, l’uomo ha raggiunto davvero quei traguardi e non moltissimi anni dopo. Si pensi ad esempio al romanzo DALLA TERRA ALLA LUNA.
Per cui la risposta è che oggi come oggi vi è una inverosimiglianza circa la possibilità di viaggiare in mondo paralleli, pur potendone, solo a livello concettuale, postulare l’esistenza, tuttavia chi conosce il futuro? Nessuno può dire se, ad esempio, domani potremmo addirittura viaggiare nel tempo.
Pensiamo anche al fatto che noi stessi oggi potremmo essere giudicati fantascienza per l’uomo di ieri. Fino a non molto tempo fa l’idea di sfilarsi di tasca uno smartphone, ad esempio, e poter comunicare col resto del mondo in forma multimediale poteva essere considerata pura utopia.
Per i tuoi prossimi progetti letterari prevedi di cambiare genere, oppure di proseguire su questo filone narrativo?
A dire il vero è già pianificata l’uscita di un secondo romanzo per il 2018 e stiamo lavorando un po’ alla copertina e alle note biografiche aggiornate con l’editore Homo Scrivens. Il genere resta quello della fantascienza avantpop. In realtà mi piacerebbe darmi anche alla scrittura di favole nell’immediato, visto e considerato che diventerò presto papà.
Dove è possibile acquistare i tuoi libri?
Riguardo Il paradosso di Schrödinger sicuramente su canali di vendita come Amazon. LaFeltrinelli, Mondadoristore, Sanpaolostore, RizzoliBUR, Hoepli, Ibs, Unilibro, Libreria Universitaria, Abebooks e anche in libreria, presso punti vendita Mondadori o Feltrinelli o Ubik o diversi altri convenzionati con Homo Scrivens ormai editore nazionale.
Riguardo le antologie Homo Scrivens, un po’ sui medesimi canali di vendita menzionati. Riguardo le antologie ESECRANDA, ESESCIFI, ORRORE AL SOLE e HALLOWEEN ALL’ITALIANA le stesse sono acquistabili sul sito https://www.lulu.com/ Riguardo all’antologia PICCOLE MANIE, la si può ordinare sul sito di Eris Edizioni (http://www.erisedizioni.org/piccole_manie.html).
Ti ringraziamo, Raffaele, per averci fatto volare sulle ali della fantasia con i tuoi appassionanti scritti e soprattutto con il tuo bellissimo romanzo di fantascienza. Ti auguriamo di continuare a coniugare in maniera appagante queste tue due anime, quella scientifica e quella letteraria. Penso che consista proprio in questo la chiave della felicità: nel riuscire a rappresentare realmente se stessi attraverso le proprie passioni.