di Carlo Zannetti
Ci sono alcuni artisti che si svelano attraverso le parole delle loro canzoni, ci sono altri che cercano di descrivere i drammi, i dolori e le difficoltà della vita, attraverso i colori della loro musica con vere e proprie pennellate di note. Cantautori innamorati dell’amore e musicisti che invece non raccontano nulla o quasi, pur componendo dei veri e propri capolavori. Alcuni di questi ultimi, poi un bel giorno, volano in cielo rivelando così all’improvviso una realtà inimmaginabile, una realtà fatta di solitudine, di paura della vecchiaia e di vuoti incolmabili. Chissà chi di noi comuni mortali riuscirà mai a capire chi fosse Prince Rogers Nelson ovvero il grande Prince? Nulla è mai stato veramente certo sul suo conto. Era lui stesso a giocare con i giornalisti, a raccontare un sacco di frottole sul suo passato e sul suo presente. Della sua personalità si conosce poco, le parole delle sue canzoni sembrano quasi banali, a parte quelle del brano “Animal Kingdom” . “Il Principe” a soli sette anni compose la sua prima canzone intitolata “Funk Machine”. La sua musica è meravigliosa ed il fatto che fin da piccolo riuscisse a suonare benissimo il pianoforte ci fa pensare ad un moderno W.A.Mozart nato nel ventesimo secolo. Un artista da più di cento milioni di dischi venduti in tutto il mondo, visionario, irrequieto, imprevedibile e bravissimo nel suonare più di dieci strumenti musicali diversi. Prince si muoveva in modo camaleontico e disinvolto tra rock, soul, jazz, r&b, rap, dance e psichedelia. Il folletto di Minneapolis come alcuni lo chiamavano. Ha pubblicato una sessantina di album propri e nel 1985 ha persino vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora del film “PurpleRain” (1984) con tanto di statuetta consegnatagli da Michael Douglas e Kathleen Turner. Nato a Minneapolis il 7 giugno del 1958 visse tutta la vita a contatto con la musica anche perché i suoi genitori erano jazzisti e suonavano in un gruppo chiamato “ Prince Rogers Trio”. Nel 1978 a soli vent’anni si è trovato in sala di incisione dopo aver firmato un contratto con la “ Warner Bros” ed in quel frangente ha suonato tutti gli strumenti che erano compresi nel disco. Riuscì perfino ad utilizzare in prima persona anche gli impianti di registrazione e produsse praticamente da solo l’album di tendenza “Disco Music” intitolato “For you”. Successivamente nel 1984, Prince raggiunse l’apice della sua carriera con la splendida canzone “PurpleRain”, un grande successo internazionale; fu la prova definitiva che ci trovavamo di fronte ad un genio e non solo ad un cantante con una buona voce che allietava i frequentatori delle discoteche.
“Non intendevo causarti alcun dolore, non intendevo causarti nessuna pena, volevo solo vederti ridere una volta, volevo solo vederti ridere nella pioggia viola. (PurpleRain, 1984)
Dopo alcuni anni di tour internazionali ed altri successi arrivarono i primi problemi con la sua casa discografica ed alcuni concerti senza il tutto esaurito. Prince nella sua vita ha spesso alternato successi e cadute arrivando anche al punto di essere costretto a cambiare più volte il suo nome : “The Symbol”, “The Artist”, “The Artist Formerly Known As Prince” ovvero l’acronimo “ TAFKAP ”. L’artista per un certo periodo si è presentato con la scritta “Slave” (Schiavo) sulla faccia .
Una cosa è certa, non smise mai di produrre musica. Prince dormiva poche ore, mangiava pochissimo ed aveva una creatività irrefrenabile. Il folletto di Minneapolis, che forse veniva così chiamato per via della sua altezza (Un metro e cinquantotto) di sicuro amava le belle donne: l’attrice Kim Basinger, le cantanti e modelle Denise Katrina Matthews in arte “Vanity” e Apolonia Kotero, oltre a Madonna, e la ballerina cantante Mayte Garcia, con la quale Prince si sposò ed ebbe un figlio, nato nel 1996, che sfortunatamente morì pochi giorni dopo. La registrazione del battito del cuore del suo bambino si sente in uno dei brani (Sex in the summer 1996) di “Emancipation”, triplo album realizzato per la EMI.
Nel 1990 scrisse il bellissimo brano “Nothingcompares to you”, che regalò la fama mondiale a Sinead O’Connor.
Nel 1998 Prince fu in uscita con “Crystal Ball”, album che incluse il brano manifesto della sua filosofia vegana. Si tratta della canzone “Animal Kingdom”, un vero e proprio inno contro il consumo di carne. “Nessun membro del regno animale mi ha mai fatto qualcosa, è per questo che non mangio carne rossa o pesce bianco, non mi dare alcun formaggio blu. Siamo tutti membri del regno animale, lasciate i vostri fratelli e sorelle in mare”.
L’amore di Prince per gli animali e la sua indignazione verso le ingiustizie commesse nei loro confronti si conoscono attraverso queste parole che finalmente ci raccontano qualcosa della sua personalità.
Il re del pop è morto a 57 anni il 21 aprile del 2016. Un’altra icona degli anni ’80 e ’90 scomparsa tra alcuni misteri. Rimangono le sue meravigliose canzoni, la sua tristezza infinita per aver perso un figlio, il suo brano manifesto per la difesa dei diritti degli animali e la sua “Yellow Cloud” la famosissima chitarra gialla.
Prince, un musicista, un ballerino, un attore, un regista, uno showman; un piccolo grande principe che spesso camminava da solo nelle magiche notti di Parigi.
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