Emozioni a fior di pelle quelle provate durante la presentazione del libro di Carlo Zannetti “La giravolta di Loris” che si è tenuta il 7 dicembre presso la libreria Mondadori a Crema.
La purezza di Carlo Zannetti è disarmante e incanta. I suoi scritti riflettono la sua immensa profondità d’animo. Musicista di professione, noto per le sue collaborazioni con i Jalisse, i Sonohra, Enrico Ruggeri, Eugenio Finardi e altri, Carlo Zannetti esordisce nel panorama editoriale in veste di scrittore nel 2015 con il suo primo libro dal titolo “Il paradiso di Levon”, da lui stesso definito come “Una sorta di ringraziamento per gli amici più cari e per i suoi meravigliosi cani”. “La giravolta di Loris”, edito da Giovanelli Edizioni, è il suo secondo romanzo.
A moderare l’incontro, il giornalista Roberto Bonin il quale ha messo subito in rilievo gli aspetti più rappresentativi del libro soffermandosi inizialmente sullo stile narrativo da lui definito “una fortunata miscela tra New romantic, Neorealismo e Verismo”, quest’ultimo citato per la capacità di rappresentazione fotografica delle ambientazioni e delle “emozioni”.
“La giravolta di Loris” riflette, almeno nella sua prima parte, l’adolescenza dell’autore. Carlo Zannetti ha accennato con trasporto ai primi anni della sua vita, agli abusi subiti da parte dei ragazzini più grandi, sottolineando come all’epoca il bullismo non fosse ancora riconosciuto come fenomeno sociale da analizzare e da arginare.
Nel suo bellissimo romanzo, dalle tipiche ambientazioni bukowskiane, emerge l’ambiente malavitoso con le sue paradossali regole esistenziali. Un ambiente che vive ai margini, caratterizzato al tempo stesso da un costante infrangimento delle regole sociali e da un totale rispetto di quei valori che sono alla base della nostra esistenza di cui sovente, nella società dei benpensanti, se ne registra sempre più la vergognosa assenza.
Zannetti si commuove e commuove nel raccontare la sua personale esperienza di vita nel periodo in cui entrò a contatto con queste persone che riuscirono a trasmettergli nel profondo valori esistenziali essenziali come l’amicizia, il rispetto nei confronti dei più deboli e il valore della parola data, oggi purtroppo andato smarrito.
Il Loris del titolo rappresenta ciascuno di noi, ci tiene a rimarcare l’autore. Ognuno di noi può sbagliare, commettere terribili errori, ma la grandezza dell’uomo sta nella capacità di redimersi e rinascere a nuova vita. Zannetti pone l’accento sul fatto che a tutti viene sempre offerta una seconda possibilità che bisogna assolutamente cogliere per dare un senso alla propria esistenza.
L’autore non rinuncia a parlare anche del suo grande amore per la musica evidenziandone le analogie con la scrittura. Il testo deve “suonare” in maniera armonica esattamente come una canzone. Le note e le parole, due espressioni creative che nascono dal cuore… e il cuore riveste un ruolo importante in tutto il romanzo, definito dal suo stesso autore «un libro scritto con il cuore e che deve essere letto con il cuore».
Stefania Romito