“Dove osano le cicogne” è l’ultimo geniale romanzo di Letizia Draghi, edito da Rizzoli, un’autrice della quale ho già avuto modo di apprezzare lo stile brioso e brillante in “Quel cucciolo è mio!”. Soltanto un’artista con il suo talento è in grado di trasformare il grande dilemma di una coppia alle prese con il tema dell’infertilità in una storia dai tratti spassosi e a volte tragicomici.
Ginevra è una donna in carriera alla quale l’orologio biologico ha iniziato a scandire nella mente il suo tedioso ticchettare. Alle soglie dei quarant’anni ha finalmente deciso: dovrà avere un figlio! Ma come comunicare questo inderogabile intento ad un marito dedito ai viaggi e al trekking? Nell’unico modo preferito dalle donne: durante una cenetta romantica al ristorante. Da questo momento ha inizio un rocambolesco inseguimento al concepimento in cui a condurre il gioco è una Ginevra che ormai, tramutatasi in un’opprimente dominatrice, non si esime dal pretendere dal vessato marito prestazioni al di là delle sue possibilità.
Strutturato sotto forma di diario, la storia si articola attraverso il duplice punto di vista di Paolo e Ginevra che si trovano, alle volte, a narrare il medesimo episodio in maniera divergente facendo emergere la spiccata capacità di Letizia Draghi di rappresentare con arguzia la doppia psicologia umana: quella maschile e quella femminile. Al di là della vicenda di per sé avvincente, è sorprendente ammirare come l’autrice, attraverso l’espediente del diario “alternato”, riesca a sfruttare al meglio questa impostazione narrativa nel rappresentare eventi che talvolta rimangono nascosti all’uno o all’altro coniuge andando a creare, in questo modo, un legame di complicità con il lettore.
Il seducente sarcasmo e la sagace ironia di Letizia Draghi vi faranno innamorare di una storia oggigiorno sempre più comune a molti nella quale non solo è possibile identificarsi, ma anche rinvenire preziosi spunti di riflessione.
Stefania Romito