di Stefania Romito
Carissimi amici, dopo la pausa estiva riprendiamo le nostre interviste con una scrittrice emergente del gruppo davvero molto interessante: Stefania Calvellini 🙂
Ciao Stefania, benvenuta nel nostro gruppo! Tu sei moglie, mamma e nonna e lavori nell’azienda di famiglia. Non molto tempo fa hai scoperto di amare la scrittura. Ci vuoi raccontare com’è nata in te questa grande passione?
Il mio amore per la scrittura nasce, o meglio, scopro di averlo in età adulta, scrivendo la mia tesi di laurea. Probabilmente è una passione che possiedo da sempre e a cui non avevo dato modo di palesarsi prima. Adesso si è impadronita di tutti i miei momenti liberi ed è diventata un’ottima amica, soprattutto nei momenti difficili dove diventa il mio antistress naturale.
Da ragazza hai abbandonato la scuola per lavorare nell’azienda di famiglia. In età adulta hai deciso di riprendere gli studi e di laurearti in Giurisprudenza. Come hai vissuto questa fase decisiva della tua vita?
Ho sempre avuto un carattere pratico, l’indipendenza economica mi è apparsa, fin da bambina, la condizione ottimale per vivere bene. Probabilmente, nel mio profondo inconscio, sapevo che il tempo per gli studi sarebbe arrivato in un secondo momento. Ho fatto un percorso al contrario, prima mi sono affermata nella vita, sia familiare che lavorativa, e dopo ho concluso il mio percorso scolastico conseguendo una laurea all’eta di 41 anni. Studiare da “grandi”, con piena cognizione di causa e solo per la passione di farlo, è un completamento importante. La cultura è un arricchimento che regala maggior fiducia in se stessi, sono pienamente soddisfatta di aver ottenuto buoni risultati durante tutti i miei studi.
Di recente hai dato alle stampe il tuo primo romanzo dal titolo “E’ così che deve andare”, edito da Edizioni Drawup. Qual è stata la molla che ti ha spinta ad intraprendere questa avventura letteraria?
“E’ così che deve andare” è il mio primo romanzo, preceduto da poesie e racconti ancora chiusi nel cassetto. Ho avuto la fortuna di incontrare una casa editrice che, prima di tutto, mi ha fatta sentire a mio agio e, con professionalità e competenza, mi ha dato la spinta giusta per buttarmi in questa bella avventura. Edizioni Drawup, nella persona di Alessandro Vizzino, ha creduto in ciò che avevo scritto e lo ha pubblicato, aprendomi la porta del mondo letterario di cui, con entusiasmo e orgoglio, adesso faccio parte.
Le protagoniste sono due giovani donne con due destini divergenti. Alice è gravemente malata e si prepara a morire, mentre Veronica, una brillante studentessa universitaria si accinge, invece, ad affrontare la vita. Due esistenze in apparenza diverse che a un certo punto arrivano a congiungersi. Ce ne vuoi parlare?
Le due ragazze, protagoniste del libro, sono donne comuni, con i loro sogni e le loro paure affrontano la vita di tutti i giorni. Non si conoscono ma, loro malgrado, i loro destini si intrecceranno. Un fatto grave, quanto imprevedibile, cambierà le sorti delle due giovani. Una storia dalla quale emergono continue sfumature e inaspettate rinascite, che vuol dare un messaggio di speranza. Da un forte dolore, guardando oltre, si può tornare a gioire dei doni che la vita, nonostante tutto, ha in serbo per noi.
Nel titolo “E’ così che deve andare” si nasconde il significato intrinseco del romanzo e forse anche della nostra esistenza, non è così?
A volte crudele, a volte meravigliosa, è la vita ed è così che deve andare. Questo è quanto scrivo nel libro ed è anche ciò che penso di questa meravigliosa avventura che è la nostra esistenza. Il mio essere fatalista sposa da sempre questo concetto. Pur essendo protagonista attiva del mio destino, non combatto più di tanto con esso visto che, dopo varie esperienze personali, ho capito che andrà sempre e comunque dove vuole andare, con o senza il mio consenso.
Questo è un tema esistenziale che è sempre stato molto dibattuto. Autorevoli pensatori del passato, tra cui Sallustio, ritenevano esattamente l’opposto, ossia che l’uomo fosse totalmente artefice del proprio destino. Una concezione della vita in cui l’uomo potrebbe ottenere tutto, se solo lo volesse. Ecco, personalmente sono più propensa a credere che gli eventi della nostra vita siano dettati dalla pura casualità e che le nostre scelte ne determinino l’azione, nel senso che la vita pone spesso sul nostro cammino degli imprevisti e sta a noi fronteggiarli e impegnarci al fine di raggiungere ciò che desideriamo. In questo sono molto più vicina al pensiero di Machiavelli che a quello di Sallustio. Tornando al tuo romanzo, che funzionalità ha la malattia di Alice rispetto al messaggio esistenziale che intendi veicolare?
Alice ha una grave malattia cardiaca e sa che, laddove non le venga donato un cuore nuovo, dovrà lasciare a breve questa vita. Il messaggio che intendo veicolare, che è anche l’essenza del mio romanzo, è l’importanza della donazione di organi. Un nuovo cuore, giovane e forte, permetterà ad Alice di continuare a vivere e, in un certo modo, permetterà anche al donatore di sopravvivere alla morte. Il mio racconto nasce da una storia vera, entra in punta di piedi in un tema importante che è quello della donazione. Per essere il più realista possibile mi sono documentata sull’iter che segue ogni trapianto, dalla dichiarazione di morte cerebrale, all’espianto, fino alla vita del post trapiantato. Ma oltre alla tecnicità dell’argomento ho voluto, soprattutto, raccontare le paure, gli affetti, le emozioni e agli amori. Ho voluto evidenziare, nel modo in cui può farlo un libro, che donare organi è regalare vita.
Anche questa è un’altra tematica di estremo interesse che riguarda tutti noi. E anche in questo caso l’opinione pubblica si divide tra coloro assolutamente a favore della donazione degli organi e coloro che sono a sfavore per vari motivi etici e religiosi. Leggeremo, quindi, con grande interesse questo tuo libro che si preannuncia portatore di messaggi estremamente importanti. Posso chiederti quali sono i tuoi futuri progetti letterari?
Da pochi giorni ho iniziato a scrivere un nuovo romanzo di cui posso già anticipare il titolo che sarà: “Ancora un altro sì”. Tratterà un tema che purtroppo è di grande attualità, la storia di una giovane donna che subirà violenza da chi dice di amarla più di se stesso. Violenza sulle donne, femminicidio, altro tema difficile che cercherò di raccontare inserendo consigli da mamma e nonna quale sono, con la speranza che possano essere di aiuto a qualche lettrice vittima di questa terribile realtà.
Ti ringraziamo di cuore, Stefania, per questa bellissima intervista. Hai affrontato tematiche di grande interesse pubblico sia con questo libro che con il prossimo che pubblicherai e un grazie speciale per averci ricordato che nella vita non è mai troppo tardi per tentare di realizzare i propri sogni anche a costo di rimettersi completamente in discussione. La vita è una sfida continua e non c’è niente di più bello e appagante che affrontare le sfide e uscirne vincitori, proprio come hai fatto tu.
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